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memorie vetuste, che sarebbero venuti in quel caso so¬
pra Firenze, come su cosi falso suppoſto scriſse il divino
Poeta nel Canto XIII. dell’ Inferno
Sempre con l' arte sua la sarà trista,
E se non fosse, che 'n sul passo d'Arno
Rimane antor di lui alcuna vista ec.
E di tale Statua già quivi situata, sull’ autorità di Dante
ne scrisse Fra Domenico da Corella ne' seguenti versi:
Hic celeri passu weterem pertranseo Pontem
In cuius medio Martis imago fuit
(Quae modo non extat) templo sublata Iobannis
Cui victus cessit Belliger ille Deus
Hic ubi limosa fertur latitare sub unda
Illo ne valeant auspice bella geri.
Avvi pure sulla coscia del Ponte verso mezzodi la Com¬
menda della Religione di Malta detta del Santo Sepolcro,
della quale darò la Storia nel Quartiere di S. Spirito,
accennando qui solo l’onore, che ebbe questo luogo di
essere stato l’ alloggio di un Gran Maestro di detta Reli¬
gione, come leggesi in varj libri di Ricordi, ma più mi¬
nutamente narrato fu da Francesco de' Baldovinetti nel suo
Memoriale scritto da lui l’ anno 1513. che oggi è ap¬
preſso all' Eruditissimo Sig. Gio: di Poggio Baldovinetti
dove a pag. 106. si legge cosi ,, Nel 1419. venne in Fi-
„ renze il Gran Maestro di Rodi con gran compagnia
„e bene in punto, e con gran copia di danari. Il Pa-
„ pa, e la Città l’ onorò, e alloggiollo in S. Giovanni-
„ no de' Frieri al Ponte Vecchio, che era di uno Frie¬
„ro de' Canigiani ,, fin qui lo scrittore, ed il Papa era
Martino V. il gran Maestro era Fra Filiberto de Nailach
Franzese eletto G. M. nel 1396. e mori nel 1421. il Ca-
valiere Friero, che era Commendatore del S. Sepolcro,
chiamavasi Fra Bartolommeo di Bindo de' Canigiani.
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