205
taggio della Città, e ciò avvenne nel 1720. nel quale a-
vendo i Tintori di Lana trasferito lo Spedale, e quanto
loro ſpettava da S. Onofrio all' Uccello, libero lasciaro¬
no il luogo all' Ingegnere per dar principio al nuovo
Monastero, e Chiesa. E qui porti in pace il Lettore, se
tra le coſe trasferite alla nuova abitazione dell' Università
accennerò due Tavole ragguardevoli, e sono una di Giot-
to rappresentante Sant' Onofrio, la quale stava all' Altar
maggiore dell' antica loro Chiesa, siccome dello stesso Pit¬
tore eranvi pitture a fresco molto ammirate. Vi è pure
una Tavola famoſa di Domenico Passignani, nella quale
sono effigiati Maria col Bambino Gesù, S. Giovan Batista,
e S. Franceſco con altri Santi. Nè sarà fuor di proposito
che io qui riporti una distinzione, che nelle adunanze
de’ Tintori gode la Famiglia degli Alberti, la quale fa
concepire di questa Casa le antiche Onoranze. Ad uno
adunque degli Alberti, anche in oggi l’ Università di
questi Tintori, ogni fiata, che essi si radunano nell' udien¬
za Generale, tiene deſtinata una ſedia distinta dall' al-
tre, nella quale volendo egli intervenire, segga nell' as-
semblea, onore antico indicante qualche segnalato bene¬
fizio fatto a' Tintori di Lana dagli Alberti. Finalmente
dirò di questa insigne Università, come nell' antico ogni
anno negli 11. di Giugno festa di S. Onofrio facevano
per la Città comparse belle, e giuochi : in un ricordo
del Migliore Lib. 30. pag. 35. si legge ,, 1331. gli Arte-
„ fici di Firenze, cioè quelli della Compagnia di S. No-
„ feri vestirono 520. uomini tutti di bianco, i quali fe¬
„ciono per la Città gran festa, ed il di 11. di Giugno
„ festa di S. Noferi feriarono, e feciono correre un pa¬
„ lio bianco, e di qui ebbe origine il correre detto palio,
Alle Riformagioni ancora nel Libro segnato C. delle De¬
liberazioni de’ Signori 1415. al tempo di Ser Lorenzo di
Francesco Andrea Notaro del Comune leggesi di questa
festa , Si veneri la festa di S. Onofrio, e secondo la con-
„suetudine fin ad ora durata, in Piazza de’ Signori,
„ negli altri luoghi consueti si metta il Saracino, e vi
" si corra la lancia,,
V. Al¬