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il Coro delle Monache, il quale sporgevasi in Chiesa
da tre braccia. Una Cappellina di San Carlo incon-
travasi a mano sinistra dell'antico ingresso, e quasi in
faccia alla porta di que' tempi stava l'Altare di un
Crocifisso di basso rilievo con Maria, e S. Giovanni
dipinti a fresco sul muro. In questo stato durò la Chie¬
sa sino al 1683. quando la tavola dell’Altar maggio-
re, la quale era un’ opera stimatissima di Andrea del
Sarto, messa in considerazione all' Altezza Serenissima
del Gran Principe Ferdinando, tanto gli piacque, che
invogliatosi di averla nelle sue stanze, ne fece fare la
richiesta alle Monache dal Canonico Fiorentino Filip¬
po Salviati loro Governatore. E però radunatesi a Ca¬
pitolo le savie Religiose fecero un partito a pieni vo¬
ti favorevole al desiderio di Sua, Altezza; la quale am¬
mirando, e lodando la prudenza delle Monache, in
compensameuto della pregiata Tavola, volle del suo pri¬
vato erario rinnovare loro, ed abbellire la Chiesa nel¬
la maniera, che di presente vediamo. L’Architetto per
ordine del Gran Principe fu Giovan Batista Foggini
ed il deputato dal Serenissimo sopra la fabbrica con
la istruzione di abbondare in tutto per contentare le
Monache, fu Giuseppe Canavesi Aiutante dell’ A. S.
suo Musico favorito. Terminata la vaghissima Chiesa fu
scelto il giorno di S. Francesco. ai 4. di Ottobre del
1704. per l’ apertura, che si volle dal Principe solen-
nissima. Vi cantò la Messa Monsig. Tommaso della Ghe¬
rardesca Arcivescovo di Firenze, vi furono Vespri in
musica, a' quali intervennero tutti i Principi, molto
gustando e della bellezza del nuovo Tempio, e del¬
la Musica.
VI. Ma io veggo bene, che impaziente è il Let-
tore d'intendere le nuove cose di questa Chiesa, laon-
de lasciandomi portare dal genio di osservarne i pregi,
e un vago, e sacro Tesoro aprendo riferirò in breve
quanti trovinsi ivi contrassegni della pia, e Reale bene
ficenza di Ferdinando. Entrati a manritta vedesi l'Or¬
gano fattura di Valentuomo, ed adorno di cornici mes¬
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se