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cesco Morosini è la Conversione di S. Paolo: IIIS. Ei¬
lippo, che caccia il demonio, è dipintura di Francesco
Bianchi, e nella tavola a dirimpetto. vedesi (lo Sposalizio
di Santa Caterina. Matteo Rosselli fece al Senatore Gio:
Tedaldi il San Niccolò. Il Santo Stefano di rilie-
vo all' Altar grande è di Cecco da Gambassi detto Gio:
Gonnelli. Alla Cappella del Crocifisso di rilievo fece Nic¬
colò Lapi le figure di Maria, e di S. Gio: lal tavola di S.
Zanobi è di Mauro Soderini, e la Madonna dellai Cin-
tola si dice del Cigoli, o piuttosto di Santi di Tito. E.
rano quivi pure tavole antiche, che si sono smarrite, o
altrove traslatate. All'Altar maggiore per i Bellandi Taddeo
Gaddi avea dipinta una tavola, e predella accennata dal Va¬
sari, la quale levata dal suo primo luogo stette affissa in
Sagrestia sino al 1728. e dipoi spartita in quadretticvedesi
nelle Celle de' Religiosi. Allato alla porta di fianco una
Cappella era stata colorita da Giottino, cosi iun' altra
da Giovanni dal Ponte, il cui cadavere è quivi sepolto
Ma quello, che più dispiace agl' intendenti è ilidasciar,
che vada male la prima opera, che Giovanni da San Gio¬
vanni mise in pubblico in Firenze, qual' è la storia del
Martirio di S. Stefano dipinta a fresco nel più alto della
facciata di questa Chiesa, ed il Battesimo di Gesùi Cristo
fatto dal Giordano è nel palazzo de' Pitti, la copia
però che vedesi sull' altare, è di buona mano; alle pareti
del Chiostro anche inoggi vedesi un' arca intera anticacon
l'arme de Gherardini, e con le seguenti lettere: Hicliacet
D. Lotteringhus de Gherardinis, qui obiit in defensione populi
Flor. 1303. die 8. Febr. di una lapida parla Scipione AAm
mirato nella storia delle Famiglie Fiorentine alla Cap¬
pella de' Carducci, e dice, che fosse di Messer Uguccio-
ne di Gio: Filippo Carducci Maestro Generale de' Cava
lieri di Altopascio morto circa il 1430. Un' antica se ne
conserva in Chiesa, che è della famiglia Baldovinerti, e
leggesi come segue: Sep. Egregii Militis Domini Nicolai
Alessi Borghini de Baldovinettis & suorum. Nè debbono
dalla memoria fuggire due Cappelle, una de' Tolomei,
de