Full text: Quartiere di Santa Croce (1)

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gio del Granduca Cosimo III. di 19. anni entrò in Reli¬ 
gione, ove visse solo 10., vero imitatore di S. Luigi Gon- 
zaga, di cui ora mi giova crederlo eterno, e felice Com- 
pagno in Cielo. La morte lo rapi alla Compagnia, ed a Fi¬ 
renze ai 30. di Ottobre del 1700. Questo luogo si rende an¬ 
cora memorabile per essere stato governato dal Padre Giu¬ 
seppe Maria Sottomaior Portoghese, che ivi volle terminare 
i suoi giorni dopo 26. anni di Sermoni della Buona Mor¬ 
te fatti nella Chiesa di S. Giovannino. Avea egli gran 
numero di penitenti Prelati, Principi, Dame, Cavalie¬ 
ri, e Religiosi d'ogni Ordine, i quali frequentando la 
sua direzione divennero molto spirituali: Desiderava il P., 
e ſe n’ espresse più fiate, di morire all’ improvviso, ed a 
chi gli opponeva, che cosi morrebbe senza Viatico, ri- 
ſpondeva,, Io mi comunico per Viatico ogni mattina,, 
ſe gli ricavano nuove di morte improvvise francamente di¬ 
ceva;, Ancor io morirò in simil maniera, Ed il Signore 
volle esaudire questa sua brama, e vi furono contrassegni 
da credere, che ne avesse l’avviso dal Cielo. Conciosia- 
cosachè nell' ultimo discorso della Buonamorte, avendo 
parlato con zelo ſtraordinario, e più lungamente del so- 
lito, lasciò d'invitare, come soleva per la seguente Do- 
menica, e non propose l’ argomento, che avrebbe trat- 
tato, come pur soleva fare. A Cammillo Orsini il Padre 
richiesegli un libro, che gl'aveva prestato, rispose l'Or¬ 
sini, che gliel' avrebbe portato nel martedi seguente, 
cui soggiunse) il Padre,, Se non sarete a tempo?, Ed in 
fatti non fu, perchè in tal giorno sorpreselo l'acciden¬ 
te, che nel principio non lo privò di conoscimento, sic¬ 
chè potette dar segno di volere l'estrema Unzione, ma 
da nuovi accidenti, e moti convulsivi assalito, caden- 
do in un profondo letargo, nella mattina di mercoledi 
nei 6. di Settembre del 1719. placidamente spirò. Non 
è facile a dirsi il pietoso sentimento, che ne mostrò Fi- 
renze. L'Arcivéscovo della Gherardesca genufsesso al ca- 
taletto, ove giaceva il morto, orò, gli baciò le mani, e 
gliele asperse di lacrime. L’Altezza Reale del Granduca 
Cosimo III. uditane la morte, disse, che Firenze gl’era 
mol¬
	        
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