161
tavola poſta alla Cappella di lui; posciachè si sapeva
non del Pittore, ma di Matteo essere stata l’invenzione del
quadro, e cosi vie maggiormente cresciuto il sospetto, si
guardava con orrore l'Immagine, quasi inventrice di u¬
na nuova, e falsa Gerarchia di Angioli vestiti dei nostri
corpi, onde gridandosi da molti, fu d’ uopo ai Ministri
Ecclesiastici interdire la Cappella, e coprire la tavola,
benchè poi riconosciuta la sua ſantità, fosse reſtituita al¬
le adorazioni.
XI. Io intanto, terminata essendo la difesa, che aveva in¬
trapreſo di Matteo Palmieri, onore delle scienze, e splendo¬
re di quel secolo, fo mia gloria di aver protetto la Chie¬
sa di S. Pier Maggiore, la quale se fu onorata da si ma-
gnifiche esequie, non sarà mai vero, che ella desse se¬
poltura ad un Eretico, nè tra le sue rarissime, e santis-
sime Immagini, una ne avesse sospetta di eresia. Salvi co¬
si restando tutti da si brutta calunnia, e Chiesa, e Alta¬
ri, e Matteo Palmieri. Il cui Libro però fu giustamente dalla
Chiesa proibito, non ostante, e le sopra riportate nostre
riflessioni, e le lodi degli Scrittori, tra' quali annoverasi
ancora il celebre Domenicano Teologo, e Poeta Fra Do¬
menico da Corella, che scrivendo della Casa del Procon-
solo in Firenze, dove si conservava il Poema del Palmie-
ri disse;
Ingredior casu dignam Proconsulis aulam
In qua magnerum sunt simulacra Virum
Laurea praclari quos alta Poematis ornat
Et sine præpollens gloria fine beat.
Tom. I. Part. I.
LE¬
X