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mercè la grazia dell' amabilissimo nostro
Sovrano Ferdinando III, mi sono state di
scorta, di norma, e d’ajuto per proseguirne la
descrizione, e per darle l'ultimo compimen-
to. Altri, che voglia batter l’istessa strada
con maggiore apparato di notizie a me igno-
te, rifonder potrà questa Istoria, e renderla
più vistosa, e dilettevole, mentre per i
molti documenti, di cui è corredata, e sù
cui per mio discarico ho voluto fondare i
miei asserti, troppo necessarj in chi per la
prima volta imprende a scrivere cose non
da altri trattate; sembrerà nojosa a ta-
luno, che la forza di essi, e la necessita
non riconosca, o curar non voglia. Comun-
que ciò sia io fin d’ora mi dichiaro d’esser
pronto a ritrattarmi, qualora da voi, o da
altri venga di qualche errore (che pur ve
ne saranno in gran copia) avvertito, men¬
tre, come il celebre nostro Foggini nella
Vera Istoria di S. Romolo avverte, che ,, de-
ve ogni buono Scrittore esser pronto a farsi
gloria di disdirsi qualunque volta, che gli
avvenga, ch'ei conosca, o da per se me-
desimo coll'andar del tempo, o per avviso
d’altri, sia chiunque egli sia, d'aver erra-
to; „mentre, secondo il Boccaccio ,, Mae-
stro alcun non si trova, da Dio in fuori
che ogni cosa faccia bene, e compiutamen-
te. „Circa poi agli errori tipografici, che
vi sono occorsi, per le ragioni pur troppo
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vere