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L’Esposizione che propongo da farsi in Firenze sa¬
rebbe adunque la seconda. Non deve credersi che tale
esposizione non fosse riconosciuta utile e di sommo van¬
taggio specialmente per l’industria; e per convincersene
basterebbe che, chi ne dubita, esaminasse il giornalismo
e qualche libro stampato in Inghilterra ed in Francia in
quest anno, che al certo ne rimarrebbe persuaso. E per
meglio convalidare il imo dire, basta leggere Le Siècle
del 23 dicembre 1860, nella parte della rivista settima¬
nale per rinvenirvi la proposta di una simile intrapresa
da farsi in Francia.
La data della proposta fatta in Francia è posteriore
a quella della Memoria da me indirizzata alla Commis¬
sione Reale per l’Esposizione Nazionale, talchè l’ esposi¬
zione che potrebbe effettuarsi in Firenze sarebbe la se-
conda tanto in ordine al progetto come all’ effettuazione.
Non bisogna mai dimenticare che l’esposizione che sto
progettando diverrebbe prima in ordine d’importanza ;
ed al certo non avendo la minima intenzione di toccare
la suscettibilità nazionale di alcun paese, per altro asse¬
risco, e niuno potrà sconvenirne, che nessun paese pos¬
siede l’immensa copia di oggetti d’ arte del medio evo
che si trova in Italia, che fu la sede del rinascimento.
Pochi si possono al certo fare un’idea della ricchezza
sparsa nei pubblici Musei, nelle Chiese, nei Conventi,
nelle Collezioni private in tutte le città ed anche in sem¬
plici borghi dell’ Italia. lo ho visitato molta parte della
nostra Penisola, ed ho potuto convincermi che la nostra
ricchezza in tali oggetti è immensa, meravigliosa. — Ma
ogni giorno qualche oggetto d’arte sparisce dal suolo