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giadro impercettibile. sorriso dell’ uno e la melanconia
serena dell’ altra, propria della donna che sta per di-
venir madre. Ciò che poi si è poco o nulla osservato
da’ molti nel quadro dell’ Ussi e ne fa il pregio più
grande si è il vedervisi tentato un effetto di luce in-
nanzi a cui caddero spossati sin qui parecchi professo¬
ri; dico la luce esterna. Che se il pubblico fosse più
avvezzo a cosiffatto genere di scelte, intenderebbe che
per la luce, l’esecuzione di questo quadro offriva
maggiori difficoltà di quelle che chiedeva la tela del
Duca d’Atene e pregerebbe secondo giustizia il me-
rito della difficoltà superata.
Infatti nel Duca d'Atene è rappresentato un in¬
terno, pel quale la giustezza dei toni può esser rag¬
giunta anco nella stanza di studio : laddove nella Vita
Nuova che ha luce d’esterno più scabrosa era l’os¬
servanza delle leggi del chiaroscuro. Ma l’ Ussi questa
difficoltà ha, se non in tutto, in molte parti vinta e ha
rivelato ingegno d’ artista, che fece serie osservazioni
sul vero: non sul vero dell’ accademia, ma sul vero
della natura.
Rispetto all’ azione della luce quasi tutto é giu¬
sto: i riflessi del terreno, servono a dar rilievo alle
molte figure. Nei quadri che si son fatti fino ad oggi
dagli accademici e che rappresentano un esterno v’è
sempre un orribile, sconcio ; le figure vi si veggono
illuminate dalla luce interna dello studio, e che nes¬
suna corrispondenza ha con quella dell’ esterno ; per¬
chè al solito gli autori di que’ quadri si crogiolava¬
no nel loro titolo di professori e credevano che di
studiare il vero, i professori potessero fare di meno;
ora l’ Ussi ha mostrato , che, professori o no, bisogna