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tamente perviene alla stima de’ più : poichè la mag-
gior parte di quelli che guardano le opere dell’ arte
sono incapaci di apprezzare, quanto giustizia vorrebbe
ciò che esce dal volgare e fa mostra di studi nuovi
e singolari. » E questo appunto è accaduto del quadro
dell’ Ussi : la turba dei comuni osservatori un po’ ha
udito ripetere dagli eruditi , un po’ ha sentito, un po’ ha
visto il difetto che ho notato : e senza badar ad
altro, inconsapevole di ciò che sia un’ opera dell’arte
e poco curante dei progressi dell’ arte stessa è passata
oltre. Meno male se il volgo fosse stato solo, e non
avessimo a lamentare oggi che la critica gli abbia te¬
nuto bordone !
Cosi si è taciuto, con imperdonabile negligenza
del piacevole disegno ; del sapiente aggruppamento del-
le figure , e della bellissima disposizione della scena nel¬
la quale stupendamente s’informa la descrizione che
Dante ne fa in queste parole, succedenti alle altre di
lui citate in principio : Sicchè quand' io fui giunto di¬
nanzi da loro e vidi bene che la mia gentilissima
donna non era tra esse, rassicurandomi le salu¬
tai e domandai che piacesse loro. Le donne erano
molte , tra le quali n’ avea certe, che guardavanmi
aspettando che io dovessi dire. Altre v erano, che
parlavano fra loro, delle quali una volgendo gli oc¬
chi verso me e chiamandomi per nome disse ec. (*).
Cosi s’è taciuto della espressione vivissima e ac¬
concia delle fisionomie, che, fatta astrazione da ciò
che abbiamo detto rispetto ai tempi, vorrà pure esse-
re lodata ; quella specialmente dei due sposi: e il leg-
(*) Vita Nuova §. XVIII.