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Menchione, quasi mentulo, e menchionate non è altro che trat-
62 Arienti
tar vno con motteggi indegni. 62
nelle nou. c.
Merlesco. è vn gran susturare à foggia d'api, ouero anche vn-
114.
sottouoce de merli, da UN. cano.
Mi. pronome della prima persona in Bolognese parlare, e
Lombardo è più regolato dire che io. perche dinota, & iscuopre la
indiuiduale libertà, nella quale ogn'huomo, come tale , nasce, ha-
uendo la propria anima in manu consilij sui; il dir mi in caso retto
sarà quanto mio. E che cosa possediamo noi, che sia nostro più
che noi medesmi? Che se il medemo io ne' casi obliqui tutti fà mio,
perche non lo può anche fare nel retto, doue pare che militi mag-
giormente la ragione di farlo? Non condanno per questo la voce io,
che forse la diremo più elegante, ma non già più sussistente del
mi, e ce ne seruiremo con la maggior parte anche de nostri Scrit-
tori in iscritto; pretendiamo solo d'essere in libertà d'vsarla quan-
63 Arienti
do a noi piacerà, col nostro nouelliere l'Arienti. 63 Mi ve li por¬
nou. 20. 34.
terò fin' à casa, &c. à mi, & à tuti il mio parentato, &c. e condu
37.
rala qui dami à Bologna, &c. Il mi nostrano originò forse anti-
camente da i Galli, essendo noi altri Lombardi tutti Galli cisalpi¬
64 Perion.
ni, & intendo di vantaggio, che questo mi conserui il proprio ni¬
de L. Gall. con
do nella Piccardia, come nota vno Scrittore erudito trà i Galli. 64
Gr. cogn.
Mettere verbo nel preterito fà messe, e non mise per conseruare
la deriuatione dal presente, il che fù approuato dal Varehi, se be-
ne riprouato dal Mutio.
Moccare, vuol dire motteggiare vno,e schernirlo, e beffeggiar¬
lo non mediocremente, detto a mucere latino.
Mollesino è l'istesso, che mollissimus.
Molletico, e molleticare, cosa humida al tatto, che si sente mol
le; è latino totalmente dal verbo mollitico, as; e di qui hebbe il no-
me vna sorte di gramigna, che noi diciamo molecchia perche na¬
sce in terreno molletico; cosi anche l'humido esuberante in ogni
cosa apportò il nome di molticcio, che s'applica per lo più alle stra
de fangose in numero singolare; euui però vn meta forico moltic¬
cio, cioè apparente,e notorio in vna sorte di vesti di seta sottilissi-
65 Juu. sat. 2.
ma, come è il Taffetà, che per la sua inconsistenza, e mollezza al
tatto rappresenta vn drappo inzuppato d'acqua; 65 an deceant
multitia vestem. Iuuen.
Moroso si dice in Bolognese ad vn amante, quasi dicasi mulie-
roso , ò perch'egli tiraneggiato da questo affetto è fastidioso con
tutti, e ciò vuol dire la voce latina morosus.
Mutire, e citire, vuol dir non parlare; dal verbo latino antico 67 Festus.
mutire, 67 che voleua dire loqui; come citire dalla loquacità delle
antiche Citerie ridicole, e laruate, l'vno, e l'altro per antifrasi.
Mu¬