Pytag. inter-
prete vito
Amerba-
chio.
Agocch. 1.
dell' Ant.
Föd. e Dom.
4i Bol. p. 94
Plin. t.3.
c. 14.
Diod. Sicul.
Hist. l. 6.
T. Liu. 1. 1.
Hist.
Macreb-Sa.
turn. l. 3.
c. 4.
Varro. l. 8.
Rerum Diu.
54
quei simboli Pitagorici virtualmente ristrette: Principio venera¬
re Deum, &c. Fac iustè cunctis, Stateram ne transilito; cioè la
parola Bolognele Sgualm edra che vuol dire; Fà il suo douerea
tutti: Sit aequalis meria. Se le Donne adunque si moscrano gra¬
uide nell'anima di recondite Filososie, e Politiche innoceu-
rissune, perche non si potrà dire, che questi parti dottissimi
habbiano dell'immortale, riconoscendo vn principio rimo¬
tissimo, ma non il fine? Qual centro più à proposito di quello
del primo fondamento di Felsina, cioë l'Aposa , per descriuere
l'immortalità, possi trouare? Egli non è soggetto ad alteratione,
ò mutatione veruna essentiale, esente da innondationi , e da
qualunque ruina, non soggetto à i pericoli della bassa pianura,
e delle accliuità del monte , partecipe nondimeno delle delitie,
e del piano , e del monte . E perche tale il conobbero quei per-
fetti maestri dell'Architettonica, e della Politica , i fondatori di
Felsina, vollero, che il circuito della Città di Bologna hauesse
dell'orbicolare, e nella circonferenza si scorgessero bellissimi
tumuli di terra, ò monticelli artifitiali, si perche in quelli s'in¬
tendesse sepolta l'inuidia, si perche innalzassero i Trofei delle
loro virtù in varij Tempij , e delubri , che haueuano sù'l dorso
piantati. Abbondauano di ricchezze, abbondauano di sapere;
già trecento Terre haueuano tolto à gli Vmbri: Trecenta eorum
Oppida Tusci debellasse reperiuntur. racconta Plinio: Thyrreni
fortitudine egregij magno potiti imperio vrbes condiderunt mulias,
atque opul entas. &c scriue Diodoro. E del loro conseglio hauean
bisogno i maggiori Prencipi del Mondo, quando qualche insi¬
gne fabbrica ergeuano, onde Tarquinio , il superbo Rè de' Ro-
mani, seguendo l'esempio di tanti altri , colla loro direttione
lauorò superbissimo vn Tempio à Gioue Tarpeio: Intentus perfi¬
ciendo Templo fabris ex Ethruria vndique accitis, lasciò scritto Li¬
uio; E però dobbiamo dire, che nel fondare di nuouo questa Cit¬
tà di tutta loro elettione , la quale doueua essere capo di dodeci
Colonie, ciò che potero, e che seppero di grande, di nobile,e di
magnifico ponessero in esecutione. Moli stupende douettero
essere i Delubri di Vertunno, di Voltunna, d'Iside, e di tanti
altri falsi Numi, oltre gli Edisitij publici, e priuati; le forme, & i
dissegni de' quali pareano sommmistrati dalle Intelligenze istes-
se de' Cieli; e nella materia de' medemi la Natura si contentò
d'essere imitatrice dell'Arte, e gli somministrò ne i colli, che si
scolano nell'Aposa, quantità grande di Pietre macigne, e scan-
dolate, da comporre muri non meno forti, e belli de i Sil cei de
Gre¬