Cau. Casic
nel L. de' G.
fasti S.
Peregr. Zä-
beccari ne
Sonn e Cäx.
M.S.
Gio. Fr. de
gli Aldrou.
Senat. in vn
Sonn.
Orat in arte
poet.
Christof¬
Hon. Med.
Bol delle V.
dell'H.M.S.
del 1329.
Ces.» Nappi
Not Bol.nel.
l'Ep. M. 8.
1480.
Co. Guido
Pepoli ne
rerzetti M.
S: 1420.
Andrea Ma¬
gnani nella
vita di Ciro
Rè. St.
Tom. Cast.
Bol. Rime.
D.Seraf. da
Bo’og. nella
sar. volg.
c. 40.
Guidal. Ri-
me St.
Achill. nel
Fedele Poe
ma M.S.c.1.
Malp nel R.
*Am.e.6.
& c 10. *
ne Conciti.
Gio. Bait.
Reftig. Bol.
28
fo, creggio, veggio, deggio; fevo creggevo, veggevo, deggeno, e de¬
sevo; fei sessi, &c. creggei, e cresi, creggessi &c. veggei, veg-
gessi, &c. deggei, deggesti, deggeite , e desette , &c. Pochissimo ci
è reſtato in iscritto , perche pur troppo le varie reuolutioni , e
mutamenti di stato della nostra Republica in quei tempi, ne
quali si doueua attendere da i nostri Cittadini al principato del-
la lingua Italiana (che haurebbono facilmente ottennuto) ne
sono state la potissima cagione ; e doue sono le opere nobilissi-
me scritte in Italiano del massimo Guido Guinicelli , dell' Illu-
ſtriſsimo Tragedo Guido Ghisellieri, le Rime amorose di Fa¬
britio , e le Morali di Semprebene Cittadini , e Dottori Bolo-
gneſi più antichi di Dante? Quella minimeità io proporrò , che
ò dalle traditioni de' vecchi , e particolarmente de i miei mag-
giori domestici immediati , più che ottuagenarij , e mediata-
mente nonagénarij hò imparato per le mie curiose dimande , e
che sù per i libri ossoleti hò più ansiosamente ritrouato . Trè
verbi antichissimi per hora mi souuengono, chegno, creggio , ò
crezo, e stpo , l'vltimo di questi ci viene raccordato da Dante , e
dal Boccacio, e da altri poscia obietto per ischerzo:
A dicer sipa tra Savena, el Reno. Dante.
Trà quei del sipa, il Taſsoni moderno; e questo verbo sipo porta
vn significato composto di sapere , e potere, quasi dicasi si po, io
sono, e posso, sipi, tù sai, e puoi, si pa, quello sà , e può, noi sipamo,
noi sapiamo, e potiamo, &c. Il verbo creggio per credo, scritto , è
l'istefso, che il pronunciato crezo, il quale fà nel preterito creggi,
e cresi, e si vede registrato in vn Rimario antichissimo Bolo¬
gneſe manoscritto appresso di me, e nelle nouelle del Sabbadi-
ni noſtro, e nel Malpiglio & altri.
Chi creso harebbe, che cotanti inganni, &c Malp.
Chegno hà vn bellissimo significato composto anch'egli nien¬
te meno di quello del sipa, ed è questo, cioe : Coactus venio. Che¬
gno, chegni, chegne; chegnemo, chegnete, chegnono, chegnevo, che¬
gnevi, chegneva, chegnevamo, chegnevate, chegnevano, chegno io,
chegni tu, chegne quello, chegniamo noi, chegniate voi, chegnino
quelli, chegnerò, chegnerai, chegnera, chegneremo, chegnerete che¬
gneranno, & c. e finalmente l'infinito fà chegnire , &c. e da que-
sto verbo forse discende quel prouerbio Bolognese di cagnara,
colla penultima breue , ed il primo A, molto aperto , e longo,
che vuol dire gran cosal e con senso ironico bene spesso proferto,
vuol dire il contrario, cioè vna bagatella. Souiemmi anche
hora quella particola pronomiale del ei, seruente a i verbi, da
con¬