Stat. l.4.
Sylu.
Balb. in
Poem Bon.
Quintil. l.8.
Plin- Iun.
l. 2.
Deuteron.
32
Seneca Ep.
48.
stratiui argomenti, delineati nel modo seguente. E vn fauo
di mele, per cominciar di qui, più saporoso di quello d'lmetto,
ò dell'Ibleo , fabbricato dalle più ingegnose Api d'Elicona , la
noſtra Bologneſe fauella. Ne credaſi già , che da vna sola spe-
cie di fiori tragga ella le sue perfettioni , ouero che succhi adul-
terini la condannino alle nausee , alle verminationi . Furono
piante per tutti i secoli andati Regie, e famose quelle, che han-
no germogliato in questa parte d Hesperia, in horti litterari
più digniteuoli di gran lunga , che non furono quei dell'hespe
ridi coranto famose . Cosi valeuoli, e fruttuose verdure inno-
centissimamente magiche , e contrarie affatto all'herbe venefi-
che di Colco, se resero vna volta tutto humano , e pietoso il
natio ferigno di Nerone , che per la loro indennità orò auanti
la Maestà del Senato Romano, ponno bene in ogni tempo non
dispiacere a i più discreti , & a i più amoreuoli studiosi della sa-
pienza.
O quae pampineae frondent spectacula pompa
Collibus ex positis, ò quae vineta salernis
Culta, quibus cedit Florenti Lydia Tmolo,
Haec mulcent animos oblectamenta, &c.
Si fatte delitie con vn solletico soaue eccitano gli spiriti ani-
mali a disnodar la lingua in accenti meriteuolissimi d'ogni lo-
da. Quintiliano benissimo instrutto dell'importanza d'espri-
mere co i debiti modi l'intiero delle materie (postergate certe
minuzzie di voci , e di sillabe affettatamente souerchie) parmi,
ch'egli volontieri concederebbe il vanto di commodissimo,
ed incorrotto alla nostra Bolognese fauella,quando ella sà cosi
bene amendare le oscure breuirà, e le prolisse diciture, tutta
maestreuolezza della Natura, tutta sincerità dell'Arte. Plinio
il Giuniore hauendo l'occhio a i tesori delle figure , colle quali
la nostra lingua si fà mirabilmente Donna del vero , s'ei fosse il
Giudice mi persuado , ch'egli publicherebbe la nostra maniera
di dire per l'Antitipo della Barbarie. E se interrogassimo Se-
neca il morale , per sapere il di lui sentimento circa il frequente
impicciolire delle parole, proprio de' Bolognesi, ei ci risponde-
rebbe senz'altro , che le Aferesi , ed Apocopi altro non fanno,
che gratiosamente temprare le fierezze dell'espressiua; onde
ne i spiegamenti delle cose s'osserueranno apparir meglio le
stelle minori de i concetti , e de i pensieri lontani . La bontà di
questo clima, e la temperatezza dell'aria frà 'l caldo , e'l gelo sa-
lubre: Quae placido fruitur secunda Bononia Caelo, come cantò
veri¬