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SESTA
e smodato lusso di feste: baldoria che cessò pre¬
sto, poichè il soverchio non dura a lungo.
L’altare che segue ha titolo dall'Assunzione di
Maria dacchè vi fu posta una tela di questo
soggetto, esistente per lo innanzi nella chiesa
di sant’ Agostino. E l’ unico lavoro che sia al
pubblico di Domenico Bocciardo finalese, allievo
del Morando in Roma, e lodato nella storia per
certa finitezza con cui supplisce alla sterilità del¬
l’ingegno, e al gusto non retto della sua scuola.
Come opera unica mi pare da tenersi in custo¬
dia, e lamento il dispregio di chi la mutilò nella
parte somma per acconciarla alla nicchia.
Ed unica è pure la statua di N. D. del Ro
sario locata nella cappella che succede, scolpita
in legno da Giambattista Santacroce; e non solo
unica di costui, ma della numerosa famiglia de'
Santacroce fondata in Genova da quel Filippo,
che il conte Doria trovò nel contado d’ Urbino,
e da’ servigi di bifolco incamminò alla scultura,
siccome è detto ne’ cenni storici. Da quest’opera
che meritò le lodi del Soprani, può aversi un'
idea del loro stile, che, se mal non giudico,
somiglia a quello de’ Bissoni, altra scuola geno-
vese che ha per capo uno straniero; stile che
cerca il grandioso più che l’elegante, e ne’ la-
vori di minor conto s’impronta di quella gof¬
fezza e monotonia che fanno il carattere d’una