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SESTA
nata di sopra bastó a disperdere le più rare?
Ciò nondimeno sarà grato a loro il ricordare
quali pennelli si esercitassero in quella chiesa,
se non altro ad encomio degli antecessori, e a
maggior fama del distrutto edifizio. Colà si am
miravano quadri di Perino del Vaga, di Ludo¬
vico Brea, di Lazzaro Tavarone, d’ Antonio Se-
mino e d’ un fiammingo di nome ignoto. Di cotal
ricchezza potè menar vanto la chiesa attuale fino
al secol nostro: ora non vi resta più di quel
poco ch’ era disagevole a torsi dal luogo. Nè per
quanto le soppresse chiese di S. Vincenzo e del
lor Santo Agostino versassero in questa buon
numero di tele, ci parrà compensata la perdita.
Alcune pure vi rimasero, appartenenti alla vec-
chia Consolazione, ma son quelle che quantun¬
que buone, non adescavano i compratori, intenti
mai sempre all’ ottimo ed al raro. Altre opere
finalmente ordinarono i Padri, o i patroni di
queste cappelle; lavori in parte del secolo scorso
e perciò di manieristi, e in parte del presente,
ma non d’artefici abbastanza corretti. Cosi gli
oggetti d’ arte che quivi s’ incontrano vogliono
partirsi in quattro classi, e m’è grato il farlo
con lieve aggiunta di parole.
Tenero com’ io sono della diligenza e dell' or-
dine nelle descrizioni, non potrei tacere una
statua di N. D. ch’ è sull’ ingresso, opera mani-