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APPENDICE
moraio. Tale gratuita ed erronea asserzione fu ri¬
prodotta sulla fede di lui nella Descrizione di Ge¬
nova e del Genovesato impressa nell’ occasione
dell' VIII Congresso, e offerta in dono agli Scien¬
ziati Italiani. Ma fu smentita dalla nostra Gaz-
zetta, la quale rivendicò l’onore di chi è al go¬
verno della chiesa di S. Giacomo, a gran torto
oltraggiato dalle parole dello Spotorno, e facil¬
mente l’avrebbe smentita chiunque si fosse re¬
cato in quella chiesa, ove l’epigrafe e per le
sue dimensioni, e pel luogo che occupa non ha
mestieri, per esser veduta e letta, d’occhi molio
acuti. Per queste ragioni, e per l’importanza
storica del monumento, ho deciso di riferirla
per la prima volta ne’miei volumi, comechè sia
lunga oltre l’ordinario delle lapidi: contento di
portare un rimedio alla suddetta inesattezza, e
di mettere un riparo a quelle che i venturi po¬
trebbero per avventura aggiungere sull’autorità
di que’ libri. E da notare che lo scalpellino in
caricato d’incidere la lapide (e fu, se non m’in¬
ganna la forma de’ caratteri, in epoca posteriore
alla data della supplica) avendo commessi non
pochi errori nel ricopiare lo scritto, fu costretto
a supplirvi con aggiunte o correzioni fatte d’in¬
chiostro, se già non fu sua frode per rispar¬
miarsi fatica. Ad ogni modo chi guarda sottil¬
mente nel marmo vi scopre i vestigi dell'inchio¬