GIORNATA
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Francesco Partenopeo è facile a conoscersi da
suoi annali, ove riportata l'orazione di Simo-
netta, e il distico che alla fine di questa indi¬
rizzo al popolo stupefatto *, seguita a dire della
accoglienza che Cesare accompagnato sotto aureo
baldacchino trovò nel palazzo d’Andrea Doria; a
cui torno un istante per conclusione dell'articolo.
Ne sarà fuor di luogo l’accennare le sorprese e
le feste che il grande capitano apprestò al Mo¬
narca finchè rimase tra noi, lautamente trattan¬
dolo insieme alla famiglia ed al codazzo di prin¬
cipi e cavalieri che traea seco, e che sommava
ad un migliaio di persone. Le tradizioni ci con¬
servano memoria d'un lautissimo pranzo imban¬
dito sul mare. Correa dal palazzo al preparato
naviglio messo a forma di sala una galleria po¬
sticcia, sontuosa di seriche paramenta con frange
d’oro; la quale formando come un seguito alle
stanze, e congiungendosi al palco della nave
occultava artificiosamente il passaggio. La mensa
risplendeva di stoviglie e vasellame d’argento.
strana suppellettile a que’ tempi per un privato,
e della stessa materia erano i piatti, che ad ogni
mutar di vivande lanciavansi per le finestre nel
mare, con gran meraviglia di Carlo, il quale
« At vos, o cives, tanto de numine laeti
« Plaudite ; nec cessent carmina, plectra, lyrae.