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SESTA
gliata ed insulsa. Con simil gusto colori il Gui¬
dobono la gran volta della chiesa in quel tratto
che stendesi a tergo dell' altar maggiore, figu¬
randovi la risurrezione di Cristo; ma la lonta¬
nanza e l’altezza di quel luogo vietato al pub¬
blico non ci permetterebbe il discendere ad altri
esami. Oye cessa il suo affresco esce in campo
Gregorio Defferrari, che istoriò nel volto sovra¬
stante a chi guarda il presbiterio l'assunzione di
Maria: vastissimo spazio, che sol riempiuto con
senno darebbe prova di genio immaginoso e fe¬
condo. E computata fra i migliori suoi frutti, e
il debbe specialmente a quelle artificiose degra¬
dazioni di luce, a quel vaporoso, a quell' ener¬
gico che trae l’occhio e l’abbaglia, dirò cosi, per
chè non divaghi in cerca de' difetti. Con quel
che dispose ne' lati, cioè al disopra del fregio, è
completa l'istoria. Vhan gli apostoli in atto di
ammirazione, figure che portano in ogni tratto
i caratteri dello scorretto, ma pur si vivide nel¬
l’impasto e tanto succose e brillanti, che paiono
attestarci la virilità di Gregorio. Il vedere cosi
dappresso due studiosi della scuola correggesca
ci porge un curioso documento del come nel¬
l’arte si vegga con diversi occhi; l' uno fredda¬
mente vi cerca le grazie, l'altro vuol rapirne
l’energia che tutto ardisce, e poco teme di riu¬
scir licenzioso purchè giunga a ritrarre almeno