GIORNATA
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la chiesa priorale di S. Martino fu ceduta per
atto rogato da Pietro Vernazza nel 1489 a 14
d’agosto a’ frati Silvestro da Cremona guardiano
e commissario, ed Isaia di Varesio, observantiae
sancti Francisci sub nomine beati Amadei per
aumento del divin culto, insieme alla casa e
terra attigue, la cura delle quali era affidata in
quel tempo al P. Gregorio Verzura claustrale di
santo Stefano e designato priore della chiesa me
desima. Leggo che l'Abate commendatario in un
co’ monaci Benedittini imponean l’obbligo a due
Amadeiti d’alzare a proprie spese o dentro o
fuori della chiesa una cappella in cui si perpe¬
tuasse il titolo di S. Martino de Via, e che ad
essa venissero assegnati tutti i redditi, frutti e
proventi de’ beni pertinenti alla chiesa, e a sem-
plice richiesta dell’ abate e de monaci comprar
di tai fondi tanti luoghi in S. Giorgio che ba¬
stassero alla rendita annuale di lire dodici di
genovini in numerato. E finalmente in quest' at¬
to, disteso nel 1497 nella sacristia di S. Mar-
tino dal notaro apostolico D. Urbano Granello,
leggo, che quindici Amadeiti (la maggior parte
lombardi) riconoscevano e confessavano la ve¬
rità delle circostanze suddette.
Ma, entrati appena i riformati del B. Ama-
deo, chiesero a Papa Innocenzo VIII la facoltà
di sopprimere il vecchio titolo e la qualità di