GIORNATA
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grandezza d’espressioni, per energia di concet-
ti? Nè in questo vi parrà da meno il Carlone
che innanzi di trattar pennello in patria avea
saporato in Roma le divine ispirazioni del San-
zio, e in Toscana le severe d’Andrea. Si disse.
e non a torto, che Giambattista suo fratello mi¬
nore lo superò di vaghezza e di brio; ma chi
vorrebbe negare che mal potendo sorpassarne
la forza, per ciò appunto tentasse altra strada?
Corre sul labbro una parola o di meraviglia
o di sdegno sul silenzio in cui giacquero finora
le opere di cui imprendemmo l'esame e intre
ciammo le lodi. Ma questa impazienza, se pur
vuole uno sfogo, si serbi ad altro momento,
quando vedremo Giovanni Carlone scordato in
cose di eguale o maggior bellezza, ed in luogo,
nonchè pubblico, frequente di popolo, e riguar¬
devole per. altri lavori.
Sullo stesso pendio sorge il PALAZZO DEL MAR-
CHESE FRaNCESCO PALLAVICIO, il più nobile e mae-
stoso di quanti se ne veggano sui ridenti colli
che attorniano la popolosa città. E detto il pa¬
lazzo delle Peschiere dalle molte che ti porrà
innanzi cotesta villa, in cui la generosa fami¬
glia de' Pallavicini parve suggellare gli esempi
d’una liberalità più ehe da privati. Già, ripi¬
gliando noi la discesa, ci si mostran da lungi
attraverso un cancello le terga del magnifico