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SESTA
passi, e le sue mura colossali ci s’ergono in
capo, a tale altezza che le strettezze del luogo
non ci consentono di misurarle cogli occhi. Pe¬
rocchè, siccome la pietà che il fondava volesse
trionfare nelle cose difficili, e’l desiderio di co¬
struir l’edifizio sotto quest’ aria salubre fosse tra
i primi voti di chi interpretò la mente del fon¬
datore, gittaronsi le fondamenta in questo il dirò
più burrone che valle del Zerbino, battuto per
lo innanzi dalle impetuose correnti, che da’ colli
circostanti traboccano al piano. Disegno arditis¬
simo e da conciliare ammirazione a chi lo or¬
dinava, e a chi lo metteva in esecuzione; basti
che da questi scoscendimenti s’ innalza e gigan¬
teggia fino a pareggiare il corpo della fabbrica,
la quale, giunto che tu sia al sommo, ti parrà
gran colosso non solo nell’ ampiezza del suo cir¬
cuito, ma eziandio nell’ ampiezza delle sue pro-
porzioni.
Ma per farmi alle notizie storiche dico che
al patrizio Domenico Fieschi noi siam debitori
di tanto Istituto. Infatti nel suo testamento ro-
gato addi 9 luglio 1749 dal notaio Sebastiano
Castiglione commettea l’erezione d’ una scuola
ossia Conservatorio semplicemente laicale sotto
il titolo dell’Immacolata Concezione, ponendolo
perpetuamente sotto l’immediata protezion del
Governo, al quale grandemente eziandio lo rac¬