Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

Libro Quarto. 
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della gloria, & riputatione, che se ne acquisterà, voi primieramente ne 
ſarete, non dirò partecipi, ma patroni. 
A queste cosi horrende parole essi tutti abbattuti, & ripieni di timore, 
restarono attoniti. Dilche egli auuedutosi con maggior ardore, & acer¬ 
bità parlando ripreſe la viltà, & dapocagine loro, & mostrogli la facili¬ 
tà , & certezza del successo, & insieme la beneuolenza sua verso loro: 
finalmente conchiude esser necessario seguitar l'impresa, essendo la cosa 
ridotta a tal termine, che più ritornar in dietro non si poteua. Onde al 
cuni pochi non mal volontieri, gli altri necessitati dal tempo si offerisco¬ 
no pronti a seguitarlo in qualunque fortuna, da due in poi Battista Cat¬ 
taneo Baua, & Battiſta Giuſtiniano Figlio di Vrbano, li quali di ciò si 
spauentarono in maniera, che in tutto ricusarono di seguitarlo, pregan¬ 
dolo, che volesse iscuſar la natura, la debolezza, & la consuetudine della 
vita loro. Cosi egli commette, che si porti in tauola da far collatione 
senza alcuno apparecchio, la quale in piedi mangiarono. Poco appres¬ 
ſo fa metter in ordine gli soldati, che haueua rinchiusi in casa, a quelli 
moſtrando la moltitudine de Cittadini, & cosi facendo loro animo, & se 
condo la conditione di ogni vno animando or questo, or quello in ogni 
parte ſi adopera. Fra questo tempo Gigante Corso huomo di candida 
fede, & di sopremo valore nelle coſe di guerra, il qual staua in Palazzo 
per guardia della Republica, si auuidde essere molti de' suoi soldati lon¬ 
tanati, & farsi strepito d'armi in Carignano, ne lo tacque; ma perche 
quella parte dell'ingegno, che ci inuita ad inuigilar continuamente con- 
tra le insidie de' nimici per rroppo facile credenza era sopita in quelli, 
dell'interesse, & della salute de' quali primieramente si trattaua, & per 
l'opinione già riceuuta dell'armar della galea, si come di sopra hò detto, 
cessaua ogni ſoſpetto, perciò all'hora non vi si hebbe maggior conside 
ratione. Era già l'hora decima, & la Luna, che illumina l'ombra della 
notte caminaua verso Occidente, & quelli, ch'erano andati ad ispiar per 
la città , & per tutti i luoghi, de' quali si poteua hauer qualche sospetto 
haueuano riferito ogni cosa esser quieta, quando egli comanda a i solda¬ 
ti quiui raunati, che piglino l'armi in mano, & egli con vna scielta gio¬ 
uentù de Cittadini si pone in mezo della squadra minacciando à chi si 
leuaſſe di ordine. Diſtribuisce le due porte a i due fratelli, quella di Fa- 
sciolo a Geronimo, & ad Ottobono, quella dell'Arco a Cornelio fratel 
lo naturale. Manda innanzi alla ſua Galea Verrina; perche facesse, che 
a poco a poco entrasse nel porto di dentro, oue erano ritirate le Galee 
del Doria , & quiui con vn tiro di artiglieria dasse il segno; affine che in 
vno iſteſso tempo egli assalisse le galee, & quelli che erano assignati per oc 
cupar la porta cominciassero la battaglia. Scendendo egli di Carignano 
si dice, che sdruci d'vn piede , & per ciò restò alquanto sopra di se, il la¬ 
trato del cane, le lagrime della mestissima consorte, & il fuoco acceso 
nella poluere ſeco nell'animo considerando; ma poi disse, che ſto io con 
l'animo ſoſpeſo: non si può più ritornar indietro: andar conuiene, qua¬ 
lunche fortuna ci meni; & peruenuto nella ſtrada de Maruffi, camina 
per quella, la quale di case coperta per la riua diritta ci conduce al porto 
di dentro detto la Darsina, il qual da tre parti è rinchiuso di mura. Da 
vna 
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