Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

Libro Quarto 
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cia haueua nuoua come vn certo Fieſco machinaua insidie, & rouina al 
Doria, & alla Republica: le quali lettere quantunque essi hauessero lette 
& fosse loro auanti gli occhi colui, del quale si sospicaua, non si po¬ 
tè però mai persuadere il Doria, che cosi fatta cosa fosse machinata da 
colui, il qual haueua sempre a marauiglia amato, & dal qual meritamen¬ 
te esser con l'animo riuerito si persuadeua , & nel cui sembiante haueua 
sempre ſcorto vn certo splendore di allegria , & di modestia, & all'hora 
specialmente vedeua rilucere. Il Fiesco fortunatissimo nel coprir le scele¬ 
ragine sua, poiche vidde ogni coſa ſicura, & già venuta la sera conforta 
to con dolci parole il Doria in letto amalato, si parte, & secondo la sua so¬ 
lita vſanza nella ſtrada, la quale auanti la casa del Doria resta larghis¬ 
sima eccitato da vn'ardore giouenile, scherzando fa saltar più volte 
nell'aria il suo bellissimo cauallo, porgendo diletteuole spettacolo a ri¬ 
guardanti, & con vna certa dolce allegria traendo gli animi loro nel¬ 
l'amor di se stesso. Fatta questa recreatione d'animo lascia Fasciolo, & 
ſi ritira in Carignano. Chiama il Pansa, & gli commette, che hauendo 
egli da far vn certo negotio si trattenga fra tanto con Leonora sua mo¬ 
glie. Egli dimorato fino a tre hore in caſa ritorna per la Città. E an¬ 
tica consuetudine de' Genouesi, che dal principio dell'Autunno per 
tutta l'Inuernata differendo essi per la qualità di quei tempi la cena in 
molte hore della notte, fra tanto quella parte in ragionamenti fami¬ 
gliari, & in compagnie passino felicemente, essendo posti in diuersi 
luoghi certi conclaui publici, li chiamano Loggie, doue ſi raunano, 
le quali da ragionamenti , che si conferiscono insieme hanno pigliato il 
nome, cosi le madri di famiglia secondo che hanno parenti, ò vicine vi¬ 
cendeuolmente visitandosi fanno nelle loro case le sue veggie, & congre 
gationi. La qual cosa in vna città mercantile apporta alleggiamento alle 
fatiche, & temperamento alle moleſtie humane, & gioua molto à partorir 
concordia, & beneuolenza insieme. Questi luoghi, queste compagnie il 
noſtro Catilina da suoi Satelliti accompagnato va visitando, osseruando 
con diligenza, & ispiando ogni cosa Finalmente molti giouani del fior 
della nobiltà da me di sopra nominata chiama seco, & pregali, che vo¬ 
gliano cenar in sua compagnia in Carignano. Lodato loro la serenità del¬ 
l'aere, la Luna lucente: propone loro giuochi allegri, & vna cena soauis- 
ſima per ogni ſorte di delitie. Di quelli alcuni vannoui volontieri, altri 
perche erano di natura quieta mal volontieri, però altri costrinse il debi¬ 
to, altri muoue la dignità dell'huomo, si che oltre la natura, & consuetudi¬ 
ne sua ſeguitano gli altri. Come sono in Carignano vengono tutti richiu 
si in vn luogo , & poco appresso egli tutto con l'animo , & col corpo alte 
rato va a ritrouar la moglie, & tutto tremando, & quasi vna certa calami¬ 
tà a ſe medeſimò augurando dicegli, ò non mi vederai più, ò vederai te 
superiore a tutti gli altri. Gli scopre la somma del suo trattato, allhora 
quella tutta ispauentata, & inuolta tra le ginocchia del diletto consorte, pre¬ 
galo con marauigliosi modi, & scongiura, aiutando il Pansa le sue preghie¬ 
re, che voglia ommettere cosi pericoloso consiglio, & rimouere la mente sua 
da cosi atroce fatto: ma egli , il qual essendo d'indurato core si poteua più 
toſto rompere, che piegare, & nel cui core bolliua vn certo strano furore, 
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