Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

Libro Secondo. 
2 
con l'armi si procacciamo in casa per l'auuenire qualche sussidio: que¬ 
ſto biſogna ci venga dalle voſtre mani; alle quali è commesso per salu¬ 
te vniuerſale il carico delle coſe di guerra. Egli è sentenza di Scipione, 
chè ſi rauiui l'ardir molto più in quello, che aſſale, che in colui, che vie¬ 
ne assalito; la qual non è da credere sia totalmente vera, se non quando 
coloro; che offender vogliono, sprouiſti trouano quelli, che aſsagliono. 
Conciosia, che quel subito, & improuiso horrore toglie a gli huomini 
l'animo, e di cose maggiori se imagina colui, che per l'ignoranzâ di cosi 
fatto accidente vien soprapreſo dal timore. Ma quelli, ch'imparano a 
non temer coſa veruna; & à gli accidenti, che soprastanno pria nell'ani¬ 
mo conceputi diligentemente prouedono, si che allAVDACIAil 
consiglio, alla prouidenza l'vſo, e l'essercitio dell'armi accompagnano, 
con la gia preſa fortezza d'animo ageuolmente rompono ogni siniſtro 
incontro. Onde è voſtro vfficio ſtimar, che cader non possiate in alcun 
periculo prima, che vi cadiate, & apparecchiarui cadendoui a sostener¬ 
lo generoſa mente. Onde inuigilar douete, non altramente, che ſe in- 
torniati foſte dalle linsidie de nimici, voi dico ſpecialmente, a' quali è 
dalla patria innato da acquistar per vie dure, & asprè la virtù. 
Cosi licentiata quellà moltitudine tutta, la giouentù habile a far qual¬ 
che coſa di cosi fatta nouità inuaghita; cominciò sotto questi Capitani 
ad essercitarsi nelle arti militari; di giorno ſouente per le valli, e pianu¬ 
re andauano in ordinanza, faceuano la riſegna, è tutte l'altre cose, che 
essercitar si sogliono nelle guerre; di notte , come se li nemici fussero pre 
ſenti, faceuano le guardie, andauauo in ronda, a tutte le fatiche assue 
facendosi, che richiede la disciplina militare. Fra queſto tempo douen¬ 
do coloro; che si propongono qualche fine, non solamente procurar le 
coſe che ſi richiedono a quel fine, ma'etiandio rimouere le contrarie, 
parue al Senato, che ſi ſpianaſſe la fortezza di Caſtelletto, della quale 
nel libro precedente ho più a pieno fatto mentione, auisando egli le for¬ 
tezze di questa maniera metter bené a quelli solamente, che ò pochi, ò 
ſoli comandano; ma in vna città d'huomini liberi, nella quale con vno 
eguale ordine, e legge, si viue, essere molte volte di troppo gran danno 
cagione . Cosi recate a fine queste cose conoscendo i Genouesi la buo¬ 
na volontà di Carlo Sommo Imperator verso loro, e molte, e giuste ca¬ 
gioni mouendoli a procurar l'amicitia, & protettione di quello di com¬ 
mune consentimento gli mandano Ambasciator in Ispagna Sinibaldo 
Fieſco. Carlo vdita l'ambaſciata di Sinibaldo con molta humanità lo 
raccolſe, & accarezzò; si per rispetto della città, che l'haueua manda 
to, si perche lo conosceua huomo per lo splendor de suoi maggiori, è per 
la ſua propria virtù honoratiſsimo, & trattenutolo alcuni mesi con mol¬ 
to honore, lo licentiò promettendogli di non rispiarmar per alcun tem¬ 
po a fatica veruna per conseruatione della Republica de Genouesi, e 
per accrescimento delle coſe loro. Nel medesimo tempo essendo le do¬ 
dici galee da me nominate, fornite a segno, che si poteuano metter in 
mare, furono ſcielti altrettanti Cittadini per l'egregia virtù loro molto 
approuati, quali le gouernassero, e prouedessero di ogni cosa necessaria. 
Però pochi giorni appresso, essendo la città in grande aspettatione di 
questa
	        
Waiting...

Note to user

Dear user,

In response to current developments in the web technology used by the Goobi viewer, the software no longer supports your browser.

Please use one of the following browsers to display this page correctly.

Thank you.

powered by Goobi viewer