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Dell'Iſtorie di Genoua,
ni popolari, che erano in Chiesa, la ſciando andar liberi i nobili, e le don¬
ne, egli tenne molti giorni in carcere, e fece loro patire molte villanie, e
acerbezze, ne gli volle lasciare fin che non gli pagarono per loro riscatto
dieci mila ſcudi d'oro : oltre a cio pose in fondo a colpi d'artiglieria pa¬
recchi naui da carico, che erano nel porto, co quali anche ammazzò mol
ti viandanti, che andauano in diuersi paesi, doue richiedeuano le biso
gne loro, i quali non faceuano veruna guardia, ed erano disarmati , e di
notte tiraua di continouo a tetti, e alle case de priuati. Lo stato della cit¬
tà in quel tempo era molto miserabile, che l'era afflitta da ogni parte da
molte miserie, ed era noiata da mali presenti, e staua in gran pensiero de
futuri per l'ira, e per lo sdegno del Re, e oltre a cio spauentata dalle mi¬
naccie di Ferdinando Re di Spagna, e del Duca di Sauoia, che quello
era con stretto nodo d'amicizia, e di parentela col Francese congiunto;
e questo haueua a male, che si facesse la guerra a Monaco alle frontiere
de gli ſtati suoi, e feroci animi della plebe non solamente non si piegaro¬
no per quelli mali, e pericoli; ma per lo contrario costrinse con minacce
i principali cittadini a trouare, ed aggiugnere grossa somma d'oro per
cagione di questa guerra ciuile. In tante tenebre risplendeua vna sola
speranza del soccorso del Papa, alquale furono mandati due ambascia
dori Domenico Adorni, e Agostino Foglietta, i quali mouessero il Ponte¬
fice a prendere la protezzione, e la difesa della misera città, e della sua
nazione Genouese, e principalmente ad intromettersi come intercessore,
e pacificatore, e ad intraporre là sua sacrosanta autorità fra Genouesi, e
l'irato Re. Fù ſpedita anche nel medeſimo tempo vn'altra ambaſciaria
di quattro cittadini a Monsignor di Chiamon, che furono M. Giouan
Battiſta Lazagna Dottore di Legge, Giouan Battiſta Cocarello, Lazza
ro Picchenotto, e Giuseppe Dernisio, perche lo placaſsero con la città, e
ſe foſſe poſſibile, lo diſtoglieſſero dal pensiero di ſoccorrere Monaco; ma
l'euento di queste legazioni fù diseguale, perche a quei che furono man-
dati a Monsignor di Chiamon, non fù permesso andare a lui, ne paſsare
oltre la terra di Serraualle fin doue erano arriuati, che fù loro comanda¬
to, che ritornaſsero adietro, nel paeſe loro. Ma il Papa non mettende
veruno indugio a fare cosi pio vficio, cominciò e per messi, e per lettere
scritte con grande efficacia à tentare di rimuouere il Re dalla fatta riso¬
luzione, e con ogni sforzo, e con ogni sorte di preghiere distorlo dal muo
uere l'arme al popolo Genouese;e lo pregò, che contentandosi della ob¬
bedienza di eſso gli conseruaſſe quella forma di gouerno popolare, che
dal medeſimo Re era ſtata approuata; e prometteua ſopra la fede ſua,
che i Genoueſi non ſi ſarebbono partiti da quella obbedienza ſenza ve¬
runa eccezzione, e a prieghi aggiugneua anche i consigli, perche con
muouere quella guerra, diceua potersi accendere tal fuoco in Italia, che
impediſse il diſegno fatto di muouere guerra à Viniziani, che era il prin¬
cipale intendimento di amendue loro;e perche per cotali prieghise con¬
ſigli il Re non ſi rimoſſe punto dal ſuo proponimento, il Papa ſdegnato,
che l'autorità sua haueſse potuto tanto poco appresso il Re massimamen¬
te in vna cosa tanto onesta, e da questo conietturando quanta poea gra¬
zia haueſſe appreſſo di lui, e oltre a cio hauendo ſempre a ſoſpetto l'ani¬
mo del