Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

Libro Duodecimo. 
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prouazione della legge, perche non haueuano ottenuto anche il terzo, in 
cambio di mostrarsi obbedienti a comandamenti del Re, e restituire a 
Gian Luigi le coſe tolte, come ſe ſi recaſſero a lode colmare le villanie 
fatte al Re con altre villanie, ordinarono di fare di più vna nuoua ſpedi 
zione contra la terra di Monaco, che era tenuto da Grimaldi occupata 
insino ne tempi delle discordie de Guelfi, e de Ghibellini , o che come te 
merari credeſſero, che con la medesima facilità ſi poteſſe espugnare vna 
rocca fortissima, con la quale s'erano ricuperati i luoghi aperti, e sfascia¬ 
ti, o perche ſperaſſero per tal via continouare il magistrato loro, tutto 
che i nobili popolari dannaſſero tacitamente questo temerario consi¬ 
glio, che doueua riuscire vano, e si doleuano,e lamentauano, che la paz- 
zia del popolo guaſtaſſe coſi chiara vittoria, e che la Republica, e la cau 
ſa del popolo per la ſouerchia follia dell'infuriata moltitudine, e ſmode¬ 
rata ambizione de tribuni, si mettesse in vn pericolo precipitoso, e irre¬ 
mediabile, e chel popolo si tiraua addosso si fatta mente l'ira del Re, che 
ſenza dubbio era per rimanere da essa disfatto. Fù fatto Capitano della 
ſpedizione il medeſimo Tarlattino, il quale contra la voglia del Raua¬ 
ſteno parti nel fine di Settembre con due galee, le quali furono coman- 
date vna da Guasparri di Guano, e l'altra da Giouanbattista Dauagna, e 
con alcuni altri minori nauili. Ogni di si pensauano coſe nuoue, che tur¬ 
bauano la quiete della città, fra le quali fù che fù proposta vna nuoua 
forma di gouerno di creare trenta sei cittadini, e che in quel numero fos¬ 
ſero gli Anziani, e alcuni altri magistrati maggiori, a quali si desse salario 
del publico, i quali hauessero assoluta balia di tutte le cose, e durasse l'au¬ 
torità loro cinque anni, la quale consultà tenne la cittâ alquanto spazio di 
tempo occupata, e finalmente riusci vana: e conciosie cosa che nasces¬ 
sero ogni di nuoue ſette d'huomini diſtinte di vari nomi in apparenza 
per mantenere l'autorità del sourano magistrato; ma in effetto per an¬ 
nullarla, la quale tanto più ſi diminuiua, quanto più moltiplicauano le 
sette naſcenti l'una sopra l'altra: furono eletti quattro cittadini, che chia 
marono Capitani della città huomini graui, e ſperti, e amatori della 
quiete publica, e questi furono Frabrizio Giustiniano, Bernardo da Ca¬ 
ſtiglione Pietro Calisano, Marco Terrighi, e fù data loro vna eletta com¬ 
pagnia di quattrocento soldati, e la città non restò punto ingannata del¬ 
la ſperanza conceputa della virtù loro, che essendo concorsi nella città 
in quei tumulti molti banditi, essi gli cacciarono della città, e di tutto'l 
distretto, e con la seuerità delle pene raffrenarono l'ardimento de gli sce- 
lerati, e sediziosi, onde auuenne che per queste loro opere la città rispirò 
non poco da mali, e dalle miserie paſsate. Ma il Rauaſteno moſſo da tan¬ 
te indignità, e sdegnato ancora, perche la maestà, e comandamenti del 
Re fossero cosi poco stimati, e conoscendo che l'autorità sua diueniua più 
vile, e oltre a ciò parendo che a lui huomo di cosi alto grado , e di tale 
nobiltà fuſse poco orreuole tenere l'ombra ſolamente, e non la forza di 
Vicario Regio, deposto il gouerno s'uſci della città, hauendo prima det¬ 
to con chiamare in teſtimonio; Iddio, e gli huomini, che la follia della 
pazza plebe era toſto per tornare ſopra il capo de Genouęsi, e che a lui 
increſceua molto più de mali della città, e della ſopraſtante calamità, 
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