Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

DellIſtorie di Genoua, 
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che era di natura più feroce, e più ardente de gli altri in muouere gli humo 
mini , con le quali cose, tutto che il tumulto, che all'ora scoppiaua fuori, 
s'acchetasse, come s'è detto, per al presente, tuttauia gli animi non si pla¬ 
carono , e la cosa fù trattata nel Senato con gran contese; che i Senatori 
popolari faceuano instanza, che fusse dato notizia di cotali cose al Re, 
perche egli rimediasse al soprastantę male con più efficaci rimedi, e raf¬ 
frenasse l'indomito orgoglio de giouani nobili, ma non poterono tirarla, 
perche la fazzione de Senatori nobili s'oppose : la qual cosa accese ma- 
rauigliosamente lo ſdegno de cittadini popolari , e di quelli , che erano 
tenuti huomini più quieti, e diede gran sospetto, che gli esempli aspri, e 
crudeli di superbia , e di arroganza fatti ogni di dalla giouentù seguis¬ 
sero non solamente con permissione, ma anche a persuasione de vecchi; 
onde nacquero fra gli stessi Senatori molti sospetti, e tutte le cose, che si 
faceuano,o si diceuano, erano vicendeuolmente prese in peggior parte; 
niuno attendeua al ben comune; ma tutti seguiuano le parti, ne stima¬ 
uano essere brutta, o vergognosa veruna cosa, che a fauor di lei si facesse. 
Mentre che la città, era in questi trauagli , e gli animi di tutti erano so- 
ſpesi, aſpettando di vedere che riuscita fossero per hauere questi romori, 
auuenne doppo lo spazio d'un mese vn'altro caso, che accrebbe non po- 
co i mouimenti de gli animi. Vn certo villano della valle di Pozzeuera 
vendeua de funghi in su la piazza di San Lorenzo, doue sono le case de 
Fieschi, onde s'accostò colà Bartolomeo Fiesco, e domandò del prezzo, 
e perche il villano voleua vendergli troppo cari , secondo che pareua al 
Fiesco , e non poteuano accordarsi , il Fiesco cominciò a dire al villano 
parole ingiuriose;e perche egli rispose alquanto liberamente li diede vn 
gran pugno, si che gli vſci subito il sangue del naso. E perche il villano 
cominciò a gridare, che cotali ingiurie si faceuano sotto'l reggimento 
d'un tanto Re, vn certo Giglione Beccaio disceso della medesima valle 
huomo ſcandoloſo, e coraggioso di natura sdegnato per l'ingiuria del 
suo paeſano preſa la parte sua cominciò a garrire il Fiesco, e dolersi del¬ 
l'ingiuria fatta al villano con voce tale, che pareua più tosto, che minac¬ 
ciasse , che si dolesse; e perche i Fieschi, che erano presenti difendeuano 
il parente loro, concorsero incontanente alla rissa molti popolari, e alcu¬ 
ni ancora presero l'arme, e Fieschi harebbono portato gran pericolo, se 
il Roccabertino Vicario Regio, che era ritornato nella città, non hauesse 
incontanente sbandeggiato Bartolomeo, e Giglione ; quello perche col 
battere il villano hauesse dato cagione al tumulto; e questo, perche con 
la sua arroganza haueſſe di ſouerchio acceso l'indignità del fatto. Dipoi 
chiamati a consiglio sessanta cittadini de principali della città nomina¬ 
tamente gli esorto alla pace, mostrando con lungo, e accorto ragiona¬ 
mento i beni, che nascano dalla concordia, e mali, che diriuano dalla di- 
ſcordia, e aggiunse anche questo di più, che'l Re non era per stimare, che 
i Genouesi portaſſero la debita riuerenza alla Maeſtà ſua, ſe essi non oſ¬ 
seruaſſero anche la giuſtizia; dipoi parlò aſpramente contra malefici, e le 
sceleraggini, che si faceuano ognindi, e gli auuerti, che volessero por fine 
all'ingiurie, con le quali non s'offendeua meno la signoria del Re, che pa- 
reua, che si dispreggiasse, che quei medesimi, che erano villaneggiau, 
disse
	        
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