Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

Dell'Istorie di Genoua, 
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negra estinta, erano cresciuti, e già per molte età haueuano ottenuto il- 
gouerno del comune; e i quali ne nello splendore della vita domestica, e 
ne gran meriti verso la Republica, e chiare proue fatte a seruigio di lei, 
ne in verun'altra coſa cedeuano alla fazzione de nobili, i quali auanzan 
do gli altri solamente nel nome della nobiltà, ma essendo pari in tutte 
l'altre coſe, gonfi di quel nome solo dispregiauano i popolari. Ma la gio- 
uentù, nella quale il feruore dell'età rendeua lo sfrenato suo ardimento 
più importabile, faceua con varie occasioni ingiurie, e onte a gli huomi¬ 
ni men potenti, daua loro e pugni , e schiaffi, alcune volte ancora adope- 
raua contra di loro il ferro, e daud loro delle ferite; e tutto che questi gio¬ 
uani fuſsero ſtati ſpeſſe volte auuertiti, non poneuano fine all'ingiurie: an¬ 
zi ancora erano venuti in tale orgoglio, che non bastaua loro esercitare 
vna superbia ſmoderata, ma la dimoſtrauano ancora palesemente, che 
ne pomi de pugnali, o coltelli,che portauano sotto le vestimenta, haue- 
uano scritto questo ontoso motto, gastiga villani; Ne da minore sdegno 
erano commossi gli animi de principali cittadini del corpo popolare, 
come quelli, che non poteuano soffrire, che quelli huomini, che erano da 
loro differenti solamente di nome di fazzione, e in tutte quante l'altre 
coſe vguali, giudicassero coſa giuſta d'essere loro poſti innanzi d'onore, 
e di dignità ; la qual cosa pareua loro tanto più indegna, quanto , che la 
forma della Republica, ed era, e si nomaua popolare, e la sourana Si¬ 
gnoria della città da circa dugento anni prima con perpetua ragione, e 
ſempre vſata era de' popolari, dalla quale i nobili per leggi da loro me- 
deſimi riceuute erano esclusi. La onde si risoluerono di ditendere la loro 
ragione col ferro, e con tumulto, se non potessero per verun'altra via, e 
cominciarono a tener pratiche sopra tal cosa; e v'ha di quelli, che dico¬ 
no, che Papa Giulio secondo fù partefice di questi consigli, come quel¬ 
lo, che portaua mortale odio a Francesi, che erano stati in ogni tempo 
contrari alla dignità Pontificia, e giudicaua quella via essere speditissi¬ 
ma di cacciare di Genoua quella nazione odiosa, e graue alla sedia Ro¬ 
mana, e tendente a diminuire le ragioni della Chieſa; la quale oppen¬ 
nione fù confermata da vna fama, che in quei giorni vsci fuori, che que¬ 
relandoſi i Sauoneſi delle ingiurie de Genouesi, e domandando molte 
coſe contra di loro, il Papa riſpoſe andate,o Sauoneſi, e riſpondete a vo¬ 
ſtri cittadini, che ſtieno di buona voglia? che preſto verra tempo, che i 
Genoueſi hatanno tanto da fare in caſa loro, che non haranno agio di 
penſare, alle coſe ne voſtre, ne d'altri. Noi non sappiendo la coſa di 
certo, la laſciamo in dubio. Ma icittadini popolari per tentare prima 
ogni altro rimedio, che venissero all'estremo, pensarono vna coſa per di¬ 
minuire la dignità, e la potenza della fazzione de nobili: percioche mi¬ 
ſero innanzi vn' ragionamento di dare a cittadini popolari due terzi de 
gli onori, e de magistrati, e del gouerno publico, e disputauano cio essere 
coſa giuſta, perche diceuano che'l numero de popolari ammessi al go¬ 
uerno era cresciuto, e che i popolari erano più due cotanti, che i nobili, e 
che i medeſimi popolari erano diuisi in due corpi, e due fazzioni distinte 
con diuersi nomi, de mercatanti, e di quelli artefici, che esercitauano 
l'arti non disconueneuoli a gli huomini ben nati, però che tre erano in 
Genoua
	        
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