Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

Dell'Iſtorie di Genoua, 
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„siamo tenuti a riconoscere in sempiterno questo beneficio da quell'ec 
„celso Re; ma è per durare brieue tempo , che noi consumati, e disfatti 
„per esserci di continouo tratto il sangue, non possiamo difenderla,se 
„Iddio ſteſso non illumina voi , o padri , a prendere la protezzione no 
„ſtra, e a pigliare la difesa della nostra città; al che fare oltre la comu- 
„ne humanità, vi astringono in vn certo modo gli interessi della vostra 
„Republica, perche a voi non è spediente, che Pisa venga sotto'l domi- 
„nio de Fiorentini, dalla qual sola possano prendere il passo ad occupa- 
„re le coſe voſtre, e'l nobilissimo porto di Luni , al quale da questo non 
„che altro si vede che hanno posto gli occhi , che vltimamente hanno 
„tolto a voi Serezzana, Pietraſanta, e la prouincia della Lunigiana. Ma 
„di queste cose sta a diliberare a voi; a noi resta solamente vn vficio di 
„chiedere la misericordia, e l'aiuto vostro, il che facciamo con ardenti, 
„e affettuosi prieghi, e di scongiurarui per la fede vostra , che non soffe 
„riate, che noi veniamo a vn partito precipitoso , e disperato, cioè di 
„scannare le mogli, e piccioli figliuoli, e d'ogni età disutile alla guerra, e 
„metter fuoco nella patria, e di più abbruciare noi medesimi insieme 
„con essa: ilche in vero habbiamo diliberato di fare in ogni modo ad 
„esemplo di molti chiari popoli, se saremo da voi abbandonati, poi che 
„in questo tempo non habbiamo doue ricorrere altroue. La miserabile 
orazione hebbe forza di muouere i Genouesi a misericordia; onde disse- 
ro a Pisani, che stessero di buon animo,e promisero di dar loro aiuto, e di 
non abbandonargli mai, e crearono vn magistrato d'otto huomini, a cui 
diedero la cura delle cose Pisane; il quale mandò incontanente a Pisa 
gran quantità di lance , e di targhe , di corazze, di dardi e d'ogni sorte 
d'arme, e insieme con esse Alessandro di Negrone Commessario con gran 
somma di danari, e fecero comandamento a gli huomini soggetti a Ge¬ 
nouesi abitanti vicino al Contado di Pisa, che fossero presti ad esequire 
con ogni diligenza , e sollecitudine tutto quello , che fusse di bisogno a 
Piſani, e che loro dal Commessario fosse comandato. Fra tanto in Vine 
gia si conchiuse del mese d'Aprile lega tra supremi, e potentissimi Pren¬ 
cipi Cristiani Papa Alessandro, Massimiliano Imperadore, Ferdinando, e 
Iſabella Re di Spagna, e’l Senato Viniziano , Lodouico Sforza Duca di 
Melano a comune difesa contra chiunque volesse noiare gli stati de con- 
federati, che conuennero in quella città orreuolissime ambascerie di tut¬ 
ti questi Prencipi con libere commessioni; onde il Re Carlo sbattuto da 
questa atroce, e inaspettata nouella stette buona pezza quasi attonito, e 
fuori del sentimento, la qual cosa fù cagione , che egli s'affrettò di ritor¬ 
nare in Francia, al che fare si era risoluto molto prima; onde prima che 
le coſe diNapoli fossero ancora bene stabilite, e gli animi de Napoletani 
ben fermi verso di lui, anzi cominciando già molti popoli per tedio de 
modi, de costumi, e del gouerno de Francesi a uacillare nella fede, e a di- 
siderare l'antico gouerno de gli Aragonesi, ed essendosi già alcuni anco- 
ra ribellati paleſemente, entrò in cammino hauendo prima fatto ogni 
sforzo di spiccare il Papa dalla lega fatta, con dire che gli bastaua, che 
egli ſtando di mezzo, non fauoreggiasse ne l'una, ne l'altra parte, e con 
l'autorità sua gli confermasse la ragione del feudo del regno di Napoli
	        
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