Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

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Dell'Iſtorie di Genoua, 
i Genoueſi più di luogo voltarono le spalle, e si posero in fuga, e Genouesi 
gli incalzarono, ammazzandone molti, e accesi dall'ardore del fresco con- 
battimento, e stimolati dall'ira, e dallo sdegno, sacchieggiarono la città, e 
ammazzarono, ò fecero prigioni tutti quelli, che si pararono loro innanzi; 
e da gli adirati vincitori non fù tralasciata veruna di quelle cose, che so- 
gliono essere gli estremi mali delle città espugnate . Ma poi che nella città 
non era più chi facesse difesa , tutta la forza si voltò contro al tempio , ne 
quale oltre a' soldati, era rifuggito gran numero di mercatanti, e tutta la gen 
te disutile, & innocente d'ogni sorte, d'ogni sesso, e d'ogni età; i quali stende¬ 
vano supplicheuolmente le mani , e pregauano i nostri , che non volessero 
incrudelire insino all'vltimo contra gli huomini, come che diuersi di colto, 
e di religione, tuttauia fatti a similitudine dello Dio de' Chriſtiani; ma con¬ 
tentandosi delle facultà loro, che gli lasciauano tutti di buona voglia, lascias 
ſerò loro i corpi soli, e alla gloria della fortezza, e della virtù militare ag. 
giugnessero ancora la lode della maſuetudine, non punto di quella minore. 
Il Legato Apoſtolico, e'l Patriarca , e'l Capitan Guglielmo mossi a miseri- 
cordia de' supplicanti, di consentimento dell'esercito, hauendo omai sazia 
ta l'ira perdonarono loro , e purgato, e ribenedetto il tempio lo consacra- 
rono a S. Piero. La preda della presa città fu grandissima, e nel diuiderla fù 
dato l'onore delle prese a Guglielmo Capitano de Genouesi, in premio del 
suo gran valore; perche egli era stato il primo a montare sopra la muraglia, 
e con la virtù, e con l'ardimento suo haueua aperto la strada ad espugnare 
la città. Questi anteponendo l'onore, e la dignità all'vtile, sprezzate l'altre 
ſpoglie, che furono molto ricche, e harebbono potuto arricchire i ſoldati, 
e marinari, eleſſe quel nobile vaſo fatto d'vn grande ſmeraldo tutto d'vn 
pezzo, e dell'altra preda ottenne tanta somma, che distribuita fedelmente 
tra ottomila persone, toccò a ciascuno 48. soldi di moneta Pittauese, e due 
libbre di pepe; la qual somma hauendo rispetto non solamente a questi 
tempi abbondanti di ricchezze; ma ancora a quelli d'all'ora fù molto pic¬ 
cola, e appena degna d'esser raccontata, e passò senz alcuna querela di 
quelli guerrieri, i quali à comparazione del publico onòre stimarono poco 
l'vtilità priuata, e ipremi douuti alle fatiche. Io hò ſcritto, che Cesarea fù 
espugnata dal Patriarca, e dall'Arciuescouo, e dal Capitano Genouese, es¬ 
sendo assente il Re, e che in questa espedizione i Genouesi furono i princi 
pali, ſeguitando la fede de noſtri annali ſcritti dal Caffaro, che viſſe in 
quei tempi, e si ritrouò in questa spedizione. La qual cosa pare al vero si¬ 
migliante, poiche eſsi nel diuidere la preda ſcelſero quel prezioſo vaſo, 
che ſe il Re ſi foſſe ritrouato in perſona a queſta ſpedizione, & haueſ¬ 
ſe tenuto in eſsa il primo luogo, non haurebbe mai ceduto ad altri il pre¬ 
mio principale. M'è paruto dunque di preferire, e dare maggior fede 
al Caffaro, che si trouo in questa impresa in persona, che all'Arciuesco 
uo di Tiro, tutto che ſcrittor ſanto, e approuato, il quale viſse molt anni 
doppo questa guerra, e quelle coſe, che egli scrisse, le intese da altri, e il 
quale disse, che Ceſarea fù preſa dal Re insieme co Genouesi, indotto per 
mio auuiſo da questo errore, perche Cesarea ancora fù espugnata nella 
medeſima eſpedizione, che ſù preſa Antepatri, nella quale ſenz'al¬ 
cun dubbio si ritrouò il Re nel principio, e fù capitano dell'impresa 
egli
	        
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