Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

Libro Primo 
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cini quatttocento nouant anni. Gli scrittori de Pisani tirano alla loro na¬ 
zione parte della lode dell'hauer fabbricato questa torre, con dire, che i 
Pisani furono compagni de Genouesi nel fare questa machina; ma con 
l'autorità de gli ſcrittori ſtranieri si riproua ageuolmente questa bugia; 
percioche gli annali de Francesi, e Paolo Emilio dignissimo autore delle 
coſe de Francesi, e scrittore chiarissimo, attribuisce tutta quella lode a 
Genouesi ſoli; e'l medesimo fa Guglielmo Arciuescouo di Tiro incorrot¬ 
tiſsimo, e diligentissimo scrittore della guerra sagra, che racconta la co¬ 
ſa a lungo, e celebra con gran lodi l'ingegno, e l'induſtria del capitano 
Guglielmo, e de Genouesi, e non solamente non pone i Pisani a parte di 
questa lode, ma dice, che l'armata loro venendo d'Italia arriuò a' liti del 
la Soria, e della Paleſtina, doppo che Gierusalemme era stata espugnata. 
Dipoi purgati prima , e ribenedetti i luoghi sacri , e inuocato con debiti 
sacrifici lo Spirito Santo, tutti quei Prencipi di consentimento commune 
crearono Re dell'espugnata città Ruberto Duca di Normandia, indotti, ò 
dalla dignità della persona, ò da' meriti di lui; perche per potere fare que 
ſta guerra haueua venduto vn nobile ſtato, e haueua impegnato la più 
parte della ſua Duchea. Ma egli reſe grandiſsime grazie a' Capitani, e a 
Prencipi, che haueuano preferito lui à tutti gli altri, non accettò il regno 
offertogli, perche hauendo nuoua della morte di Guglielmo suo fratello 
Re d'Inghilterra gli bisognaua andare a pigliare la possessione del regno, 
nel quale legittimamente succedeua. La onde venendosi a nuoua elez- 
zione, il regno, col medesimo ardore d'animi, fù dato a Gottifredo Bu¬ 
glione di Loreno, il quale nell'accettare il regno non mostrò minori segni 
di modeſtia, che s'hauesse moſtrato di virtù nel meritarlo, che non volle 
essere ornato della corona reale, dicendo non esser conueneuole alla pieta 
Chriſtiana, che vn'huomo mortale portasse la corona d'oro in quella cit¬ 
tà, nella quale il figliuolo di Dio immortale l'haueua portata di spine. 
La terza ſpedizione fatta l'anno seguente mille cento di trentasei galee, e 
sei naui grosse dimostrò essere ne Genouesi di quel tempo vno studio con¬ 
tinouato di religione , e di gloria , il quale non lasciauano punto raffred¬ 
dare con l'intermissioni; e oltre a questo dimostrò quanta fosse l'autorità del 
nome Genoueſe nelle parti oltramarine. Di questa fù capitano il mede¬ 
simo Guglielmo Embriaco, che era ſtato l'anno paſſato, a cui la cono¬ 
sciuta virtù, e la fresca gloria delle pruoue fatte continouò l'onore. Questi 
da gli scrittori ſtranieri è nomato Guglielmo Teſta di maglio, chiamando 
lo per onorarlo per sopranome dimoſtrante più toſto la gagliardezza del 
corpo, e dell'animo, che apparue molto chiara in quel valoroso huomo 
come speſsamente s'è vſato fare ne gli huomini chiari, che per nomen della 
famiglia, che non si legge esserne stata alcuna di questo nome, ne pure nel 
la continouazione de magiſtrati appresso i noſtri annali; la quale fami 
glia è forza, che fosse delle prime, poiche gli erano dati i principali go- 
uerni. L'armata dunque partendo di Genoua in calen d'Agosto portando 
ottomila soldati sofficientra combattere non meno in terra, che in mare 
preſe porto a Laodicea città dell'Imperio di Costantinopoli, posta nella co 
ſta della Soria, doue dimorò alle ſtanze tuttol verno seguente. Concio- 
siacoſa che il Buglione huomo memorabile in tutti ſecoli futuri per le 
chiaris¬
	        
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