Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

DellIſtorie di Genoua, 
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vſanza, però che indugiaſſe al giorno ſeguente. Ma egli riuolto al meſ¬ 
„ſo, diſſe, Va, e di al magistrato, che io m'imbarcai appunto in quel mo¬ 
„mento d'ora, che'l campanile di S. Ambruogio fù percosso dalla saetta, 
„e che io non fui mai desideroso di coteste vane apparenze d'onore fat- 
„to innanzi al tempo: però che ſi riſerbino a fare coteſto vficio all'ora, 
„quando io tornerò vincitore nella patria con l'armata salua. Data 
questa risposta, sciolse l'armata, alla quale furono aggiunte tre galee, e 
barchette di poco fondo, e tutta la somma fra soldati, e marinai non tra¬ 
paſsò il numero di dumila quattrocento. Al Capitano furono dati quat¬ 
tro cittadini per consiglieri Lionardo Sauignoni, Antonio Saluagi, Lu¬ 
chino Fazio, Taddeo Zoaglio. Ipadroni delle naui furono Eliano Spi¬ 
nola, la cui naue era la Capitana di tutta l'armata, lacopo Giustiniano, 
Cipriano da Mare, Galeotto Lomellini, lacopo Caluo, Carlo Interiani, 
Luca Interiani, Giouan Tommaſo di Negro, Andreuolo d'Oria, Girola¬ 
mo Fallamonica, lacopo Raimbaldi, Giouanni Pernice, Giouanni Fede¬ 
rici : e Capitani delle galee furono Ottobuono Imperiali, Lodouico Ca¬ 
mogli, e Stefanello Gaetani. Fra tanto Alfonso hauendo inteſo, che l'ar¬ 
mata Genouese era vscita del porto, spedite rattamente, e apparecchia¬ 
te tutte le coſe, che apparteneuano a far battaglia nauale, montò in per¬ 
ſona ſopra l'armata con ſei mila ſoldati ſcelti di tutto l'eſercito, il che fe¬ 
ce egli per due cagioni, e perche giudicaua, che la persona, e presenza¬ 
sua fusse per apportare gran giouamento alla vittoria, e anche per tor via 
le conteſe de fratelli, i quali con manifeſta emulazione aſpirauano al 
Generalato dell'armata. Insieme col Re vi montarono ſopra i medeſimi 
suoi fratelli, Giouanni Re di Nauarra, Arrigo Granmaeſtro de Caualieri 
di S. Iacopo; l'Infante Don Pietro, e insieme con loro il Principe di Ta¬ 
ranto, il Duca di Seſsa, il Conte di Fondi, e cento altri Signori di titolo; e 
di Signoria di popoli, e di fedeli, e gran numero di nobili. Il Re dunque 
laſciate cinque grosse naui a continouare l'assedio di Gaeta, col rimanen¬ 
te, che furono quattordici a nouero, parti del porto il primo d'Agosto, e 
andò all'Isola di Ponza, e ſi fermò in mare vn miglio lontano dal litó 
dalla banda di Leuante. I nomi delle naui d'Alfonso furono la Magna¬ 
na, che d'altezza tutte l'altre auanzaua, sopra la quale andaua la perso¬ 
na del Re, la Pigaretta aſsegnata al Re di Nauarra, lInfanga ſotta, sopra 
la quale era il Maeſtro di S. lacopo, l'Incantona, che portaua l'infante 
Don Pietro, l'Imboschetta, che era a gouerno del Luogotenente del Re; 
l'Ingarona, l'Incoriglia, e la Battifona; i nomi dell altre non son venuti a 
notizia noſtra. Fra tanto Biagio intento con ogni ſuo pensiero a prou¬ 
uedere, e a spedire tutte le cose, che appartenessero a cosi gran battaglia, 
che doueua fare, e non prendendo ne di di, ne di notte punto di riposo, 
non solamente ordinaua quello, che bisognaua fare, ma per se stesso in¬ 
terueniua a tutte le cose, e grandi, e picciole, e andando a riuedere tutte 
le naui ricordaua a ſoldati, a marinari, a nocchieri , e à Capitani de va¬ 
ſcelli il debito loro, aſſegnando a ciascuno il luogo; che haueua a tenere 
nella battaglia, e ordinando acconciamente chi douesse stare alle riscos¬ 
ſe per ſoccorrere, e chi haueſſe a comandare nella poppa, nella prora, 
nell'orlo, e nella gabbia, e riuedendo l'arme faceua arrotare le spade, rac; 
conciare,
	        
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