Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

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Dell'Istorie di Genoua, 
mondo, ed è questo il primo grado doppo quello del Re di Gierusalem¬ 
me. Essendosi dunque fermata l'oste Christiana intorno a questa città, i 
Genouesi furono i primi, che esortati dal Pontefice, l'anno mille nouanset 
te dell'humana salute andarono a soccorrere i Christiani con vna grossa 
armata; e fornita d'ogni apparato da guerra, e oltre a ciò ripiena di gran 
moltitudine di marinari , e di soldati. Ma gli scrittori non mettono, ne il 
numero delle naui, ne il nome del capitano . Col primo loro arriuo occu 
parono le marine della Soria, che per lunghezza si stendono oltre a misu¬ 
ra, la qual cosa fece, che l'esercito poteua hauer soccorso, e rinfresca- 
mento per mare quietamente , e senza pericolo. E nel medesimo tempo 
venne all'armata il Prencipe di Taranto , e'l Conte di Tolosa con cinque 
mila soldati eletti; e da Genouesi hebbero gran quantità di vettouaglie, e 
di macchine , e di ferramenti per vso della guerra , le quali cose furono 
a' Chriſtiani di grande vtilità. L'anno seguente intorno alla fine del me- 
ſe di Maggio, essendo finalmente espugnata Antiochia, la cui impresa du- 
rò quasi vn'anno, due condottieri de' Christiani , i quali per timore d'vn 
numerosissimo esercito Turchesco, che veniua per recuperare la presa cit 
tà s'erano fuggiti di notte celatamente, vennero all'armata, e dissero an- 
corche falsamente, che i barbari haueuano ripresa la città. Onde i Ge¬ 
nouesi sbattuti da questa trista nouella, e vedendo, che tutte le piagge del¬ 
la Soria erano occupate da vna innumerabile moltitudine di nimici, che 
s'erano distesi per tutta la lunghezza di esse , e conoscendo di star quiui con 
gran loro pericolo , e non fare alcun giouamento, si partirono, e s'inuiaro- 
no verso la patria, e per cammino essendo arriuati a Mirrea, oggi nomata 
Stamira, città della Licia, hebbero le sagre reliquie del gran profeta San 
Giouanni Battista, traportate là dalla citta d'Alenssandria per timore delle 
sopraſtanti guerre, da' sacerdoti della Chiesa intitolata S. Niccolo, nel cui 
tempio si conseruauano dette reliquie; certificati da' sacerdoti , e da' pre- 
lati, che l'erano le reliquie non di S. Niccolo, come volgarmente si cre- 
deua, ma del santissimo precursore; sposta l'istoria, come le fossero state 
traportate in quella città . I Genouesi lieti di cosi grande , e celeste dono 
riceuerono le sagre ceneri , e le riposero con gran diuozione nella chiesa 
cattedrale in vna cappella fabbricata con spesa regia, e ornata di nobili 
sculture, le quali, co felici miracoli, in vari, e pericolosi casi, si dice, es¬ 
ſere ſtate alla noſtra città di grande aiuto. Quell'anno essendo morto il 
Vescouo di Genoua fù creato in suo luogo Arialdo Guaracco, ed essendo 
preſa Antiochia, e Boemondo fermato nella possessione di essa, rotte , e 
sbarragliate le genti nimiche (dalle quali fù più volte con grande sforzo 
aſsalita) tutte le genti de' Chriſtiani furono condotte per tutta la Soria 
quanto era lunga ; e l'anno seguente, che fù il millesimo nouantesimo no¬ 
no furono accostate alla sacra città di Gerusalemme, e tutta la forza del¬ 
la guerra fù traportata a quella città, e vi arriuò tostamente l'armata de 
Genouesi, la quale s'accordano tutti gli scrittori stranieri, essere stata 
grande , tutto che per difetto de gli scrittori ; come ancora dell'altra arma 
ta mandata prima, non si ſappia il numero. Il Capitano fù Guglielmo 
Embriaco, huomo valoroſo, ardito, e sollecito, e oltre a questo di sue¬ 
gliato ingegno, e di gran consiglio, il quale prese porto alla città di 
Ioppe,
	        
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