Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

Libro Decimol 
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veruna opportunità a disegni loro, voltarono il campo a dietro, e varca¬ 
to Igiogo de monti preſero per paſſo la terra di Gaui, fuor che il Castel¬ 
lo, il quale tuttauia poco dipoi venne in potere del Duca Filippo insie¬ 
mecon la terra, che gli fù venduto dal Caſtellano per prezzo d'ottomila 
scudi. E perche vſci fuori voce, che gli Spinoli da Lucoli faceuano gen¬ 
te di là da monti contro al Doge, egli fece prendere tutti quelli, che era¬ 
no a Genoua di quella famiglia, e gli miſe in carcere, e a gli assenti fece 
publicare i beni. Ma gli vſciti riuoltarono tutto lo sforzo loro ſopra Ca¬ 
priata; onde Battiſta fratello del Doge, che fu ſubito mandato a darle ſoc 
corso con mille fanti, e cinquecento caualli se ne ritornò ſenza fare al¬ 
cun frutto, è nel ritorno riceue alcuni danni da fuorusciti, e da gli abita¬ 
tori della villa di Campo ſoggetta a gli Spinoli. onde il Doge istigato da 
queste offese fece cercare de gli Spinoli di Lucoli con maggiore diligen¬ 
zia, e fattine pigliar molti gli fece incarcerare. Pochi giorni dipoi Tera 
mo Adorni, che da fuoruſciti con eſemplo nuouo, e inuſitato era ſtato 
creatò Doge, venne insieme con Iſnardo Guarco a Genoua, e si fermò in 
vna villa nomata Cornigliano vicino alla città a tre miglia, e ſei giorni 
dipoi hebbero a tradimento la torre del Faro, e fattiſene padroni ſcor¬ 
rendo fino alle mura della città tentarono d'oecupare la rocca di Ca¬ 
ſtellaccio, che è nella cima del monte ſopraſtante alla città; ma non fece¬ 
ro alcun frutto, che da Battiſta furono ributtati in dietro; e in quella fuga 
furono presi due cittadini Genouesi, l'uno nobile, e L'altro popolarel 
Doge fece tagliar loro la teſta. Del meſe d'Aprile Battiſta andò à Buz¬ 
zalla, e la preſe, e l'arse. Ma Filippo ſeguitando l'incominciata impreſa, 
espugnò la terra nomata il Borgo de Fornari, ed Ouada insieme con la 
fortezza. e nel medeſimo tempo tre groſſe naui, mandate dal Doge a 
condotta di Giouanni suo fratello contra lacopo Adorni presero nelle 
riuiere della Prouenza tre naui del medeſimo lacopo. Ma Filippo co¬ 
noſcendo essere ſpediente prendere a fare la guerra contro à Genoueſi 
con maggiore sforzo, mandò a Genoua (e con questa oste andarono tut¬ 
ti i fuoruſciti) tre mila Caualli, e ottomila fanti, i quali passati della val¬ 
le di Pozzeuera in quella di Biſagno eſpugnarono due sbarre, o batti¬ 
folli, che da Tommaso erano stati fatti per frontiere da quella parte per 
tener discoſto inimici; e fecero correrie insino alle mura della città, e 
dell'una, e dell'altra parte vi rimaſero non pochi, quali morti, è quali fe¬ 
riti. Ma Tommaſo, e fratelli ſtando a tutte le coſe vigilanti rendeuano 
vani con la diligenzia loro tutti gli sforzamenti de nemici; e fù tanta la 
virtù loro, che tutto che la guerra moſsa da vn nemico potentissimo fusse 
sopra le mura della città, tuttauia dentro la cittâ non era verun tumulto, 
ne appariua vestigio alcuno di guerra, che le bontteghe stauano aperte 
gli artefici attendeuano a loro lauori, e la piazza di banchi era piena di 
mercatanti, e d'huomini, che attendeuano a loro traffichi. Onde inimi¬ 
ci, perche non riusciuano loro i disegni per non consumare più lungamen 
te il tempo con vane ſperanze, mossero il campo adietro, e ripassarono i 
monti, e ingannati dalla ſperanza d'una coſa maggiore, riuoltarono il 
pensiero a più picciole imprese, che occuparono tutti i luoghi, che la cit¬ 
tà possedeua oltre a gioghi de monti, e se gli diuisero frà loro, e Teramo 
Adorni
	        
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