Libro Nono.
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conueniua con manifeſta ambizione lo richiedeua, come a ſe douuto,
tentando tutte le vie, che a ciò lo potessero portare, senza fare veruna
diſtinzione dal dritto, e dal torto. Ma il Montaldo, a cui le molte, e chia-
re virtù, e oltre aciò la fama della prudenza più, che ordinaria, recauano
grande autorità appresso al popolo, e gran fauore de buoni, dissimulan-
do cotale disiderio, e vestitosi l'abito, e la persona di pacificatore, si la¬
ſtricaua la via al medeſimo luogo ſourano. Quelli dunque, che tra prin¬
cipali del popoli disiderauano rinouare lo ſtato, preſero occasione di ciò
dal maeſtro della giuſtizia, magiſtrato nuouo introdotto in quei tempi
nella città, il quale haueua aſsoluta balia, e sciolta dalle leggi di gaſtiga¬
re i malfattori anche nella vita; andauano dicendo esser cosa troppo gra-
ue, e importabile a vna città libera, però che tolto via il nuouo magistra¬
to; si doueua rendère al Podeſtà la ſua ordinaria autorità, iche gaſtigaſſe
iscolpeuoli ſecondo gli ordinamenti delle leggi: diceuanò di più, che
non conueniua, che'l Doge teneſſe soldati pagati per sua guardia, che
questa era cosa da Re, e non da magistrati eletti con libera volontà de
cittadini; i quali doueuanò esser guardati dall'innocenza loro, e dall'ug-
gualità nel gouernare, non dalle guardie de soldati pagati a guisa di Re:
che questa apparenza non era conueneuole a vn magistrato ciuile, e che
moſtraua disiderio di regnare, e non di gouernare, però che non si doue
ua aggrauare il comune molto biſognoſo con queſta ſouerchia ſpeſa.
Queste coſe andauano mormorando i principali del popolo. A queste
s'aggiugneuano le querele della gente minuta, che si lamentaua delle
nuoue grauezze impoſte, tra quali furono i beccai; i quali andarono al
Doge, e fecero istanza con gridi pieni di sedizione, che si leuasse vna nuo
ua gabella posta sopra la carne, e perche non ottennero nulla, non punto
mitigati dall'amoreuoli parole del Doge, perche non ardiuano, soli far
tumulto, congiuntisi con alcuni altri huomini della medesima condizio¬
ne, che si vnirono con loro, indotti dalle medesime cagioni, vscirono del-
la città per tirare dalla loro gli abitatori delle valli , e delle podesterie,
che sono d'intorno alla città : i quali sentendo sonare a martello da cam-
panili delle Chieſe, e de Munisteri vicini, prese tostamente l'arme corsero
nella città a grandi schiere, e con grande impeto; e ammazzarono vn
certo Caporale della guardia del Doge , e'l maestro della giustizia, che
a caso s'incontrarono in loro, e congiugnendosi con esso loro gran parte
della plebe di dentro discorreuano per tutta la città gridando viua il po¬
polo, e con gridi pieni di minacce chiedendo, che si togliessero via le ga-
belle. Finalmente ſi riſtrinsero insieme circa due mila, tanto della plebe
della città, quanto del contado di quelli, che più amauano la quiete co-
mune, e congregatisi nella Chiesa di S. Domenico , doue concorse anco-
ra il Montaldo con alcuni principali del popolo; si trattò con gran dispu¬
te di parole dello stato presente delle coſe; e'l fine de consigli fù, che i
nobili fossero del tutto rimossi dal gouerno della Republica, e che il sou¬
rano magistrato de gli Anziani , e tutti consiglieri del Doge si creassero
del corpo del popolo,e che le grauezze, e le gabelle nuoue si leuassero; e
furono mandati quattro cittadini de principali a esporre queste doman
de al Doge, il capo de quali fù il Montaldo. Dietro a gli ambasciatori
andò
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