Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

Dell'Istorie di Genoua, 
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le ſminuiſcono di maniera, che nelle chiarissime vittorie acquistate da 
Genoueſi, e celebrate da gli ſcritti di tutti gli ſtranieri, anzi ancora con¬ 
fermate dalla più parte di coloro, che scriuono le coſe Viniziane, non 
potreſti ageuolmente diſcernère qual popolo ſia ſtato vincitore. La 
cagione dunque della guerra fu tale. L'accordo della pace, e dell'ami- 
cizia fatto a gli anni paſſati operò, che s'aſtennero dall'arme, e dall'in 
giurie; ma non già congiunse insiemè in parte alcuna gli animi per tan¬ 
te antiche cagioni d'odi, e perpetua emulazione fra di lorò diuisi. In 
quei tempi l'una, e l'altra nazione haueua nel mar maggiore molti, e 
vtili traffichi di faccende mercantili, per cagion de quali; perchè mol¬ 
ti huomini dell'una, e dell'altra nazione concorreuano ogni di nel-- 
le medeſime città, naſceuano, come auuiène, ne contratti, e ne barat 
ti molte conteſe di parole, le quali erano acceſe ſi dall'antica compe 
tenza, e da gli innati odi, si lancora dal disiderio del medesimo gua¬ 
dagno, di che niente è più poſfente a diuidere gli animi de gli huo¬¬ 
mini, ſi che le coſe ſpeſſo ſi riduceuano a gridi, e lalle villanie, an¬¬ 
zi che tal'ora ancora ſi veniua alle riſſe, e all'ingiurie; nelle quali i 
Genouesi, come quelli, che erano in caſa lorò, ſempre n'andauano 
col meglio, percioche dominauano la città di Caffà; e molte altre ter¬ 
re in tutto'l giro del mar maggioré; nelle quali era costume di trafficar¬ 
1ſi. Qui alcuni ſcrittori delle coſe Viniziane dicono, che alcune naui Vi¬ 
niziane furono preſe alla terra di Protoſpero, che all'ora era poſſedu¬ 
ta da Genouesi, e condotte a Caffà, della qual cosa, perche non truouo 
fatta menzion veruna ne appresso i noſtri annali, ne appo gli ſtranie¬¬ 
ri, ſtiaſene alla fede de gli ſcrittori Viniziani. Il Senato Viniziano in 
verità prese questa cagione di muouer guerra a Genouesi; perche ar- 
mò in fretta trentacinque galee a condotta di Niccolò Piſani, e le 
ſpedi contra Genoueſi; le quali, poi che hebbero fatto lungo viag- 
gio; furono assalite da vna ſubita fortuna di mare, che le sforzò lor 
mal grado entrare nel porto di Caresto dellIsola di Negroponte; doue 
per gran loro ventura trouarono quattordici galee Genouesi a guida di 
Niccolò Magnerri, e le presero senza contraſto, che quattro sole scampa 
rono. I noſtri annali non fanno menzione alcuna di battaglia; percioche 
qual battaglia pote farsi contra vn'armata tanto maggiore di nume¬ 
ro, armata per fine della guerra. IViniziani dicono, che i Genoueſi fe¬ 
cero gran difesa, si che i Viniziani furon costretti mettere in terra buo¬ 
na parte delle genti, le quali stando sul lito offendessero per fian- 
co, e con arme da lanciare i Genouesi, mentre che erano intenti a 
combattere co' Viniziani: e pongono a questo fatto nome di gran vit¬ 
toria; e dicono esserui ſtati presi ſettanta nobili, e quattrocento al 
tre persone fra marinari, e altre genti dell'armata, e ordinarono, che 
ſi celebraſſe la memoria di queſta vittoria ogn'anno con ſolenni ſa¬ 
crifici il di di San Giouanni decollato; e aggiungono, che i Vini-- 
ziani inanimati da queſta vittoria andarono a Pera colonia de Ge 
nouesi con ſperanza per esser la città ſproueduta di prenderla col 
ſubito arriuo; ma che ſi partirono subitamente senz alcun frutto, per¬ 
che
	        
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