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Dell'Iſtorie di Genoua.
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fuori con gran numero di gente a piedi, e a cauallo, e assalendo all'impro¬
uiso la torre de gli Erchi, che stimauano esser fortissima, la presero, come
che poco dipoi fosse da Ghibellini ripresa: e tutto quell'anno si passò con
spesse battaglie, e con grandi sconfitte variando la fortuna con diuerse
opportunità, e fauoreggiando ora questi, ora quelli, che assaliuano a vi¬
cenda, e per terra, e per mare, e le genti, e forti, che per l'uno, e per l'altro
si teneuano; si che i Guelfi occupati alcuni colli diuerso Leuante fecero
in molti luoghi, e caſtelli, e ripari, e misero le guardie in molti campanili
delle Chiese, che sono intorno la città, e circa la fine dell'anno occuparo
no alcune fortezze, che erano tenute da' Ghibellini nella medesima riuie
ra di Leuante cacciatine i nimici. Ma l'anno seguente ventesimo terzo di
quel secolo, i Guelfi essendo risoluti di non lasciare veruna cosa, che non
tentaſsero ragunata maggiore oſte, che poterono, e datane la cura a Ba
bilano Negro, e a Giannotto, e a Tommaso del Fiesco vscirono della cit-
tà, e camminando per quel luogo, che si noma Casamauari in sul leuar
del Sole arriuarono nella cima del monte Peraldo, e assalirono la guardia
de Ghibellini con grande impeto; ed essi s'opposero francamente,e so-
stenendo l'affronto con molta costanza, e chiamando aiuto col sonare la
campana a martello, diedero tempo a quelli, che erano alloggiati ne bor
ghi, d'andare a soccorrergli; e questi entrando in battaglia con grande
animo, e facendo ogni loro sforzo rispinsero due volte indietro i Guelfi,
che veniuano innanzi gagliardamente; ma alla fine; perche tuttauia veni¬
uano della città genti nuoue, e fresche, non potendo sostenere tanto gran
moltitudine, furono finalmente sforzati cedere al nimico il monte da lo¬
ro tanto tempo, e con tante battaglie ritenuto, e voltare le spalle. Ma i
Guelfi seguendo la detta caccia, e sconfitta col medesimo impeto racqui¬
ſtarono i borghi tanto tempo da nimici posseduti, e' Ghibellini con preci¬
pitoſa fuga ſi ritirarono alla terra di Voltri, lasciando tutte le robbe, e tut¬
te le famiglie loro in preda a nimici ; e Guelfi gli incalzarono insino alla
terra di Sesto , e presero gran numero tanto di fanti, quanto di caualli, e
nobili, e popolari insieme, i quali nondimeno poco dipoi furono da loro
laſciati, altri senza pagare verun prezzo, altri per piccolo, e non fù offesa
l'oneſtà delle donne. L'allegrezza di questa vittoria rinouando il mal-
uagio esemplo, fù celebrata con solenni processioni. Ma il Pontefice veg.
gendo, che tanto nobile città, la quale haueua fatto tanti benefici alla re¬
publica Criſtiana, e la quale era fornita di tante forze, e tante opportuni¬
tà per guerreggiare contra gli infedeli, se n'andaua in rouina, mosso a con-
passione di lei, pregò l'una, e l'altra parte, che gli mandasse ampie, e ono-
rate ambaſcerie. Onde ciaſcuna mandò dodici de' principali cittadini;
e'l Papa fattisigli venire innanzi gli esortò alla pace, e alla concordia, per
„quanto si dice, con tali parole . Volesse Iddio, o figliuoli, che alla virtù
„militare, e alla grandezza d'animo, con la quale voi ci rassembrate
„l'immagine de padri, e de maggiori voſtri , voi aggiugneste ancora la
„ſapienza, e la pietà, e religione, la quale è capo di tutte le virtù, e che
„tal'ora vi tornaſſe a memoria il nome Criſtiano, e la legge diuina; la
„quale di niente è più studiosa, che di conseruare la pace,e la concordia,
„e la carità fra coloro, che si son fatti scriuere nella milizia di Cristo; e la
quale