Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

Libro Seſto. 
24. 
ra, e la sua gran potenza era temuta da tutta la città, la quale egli haueua 
fatta più odiosa col cercare di stabilirla con nuouo, e splendido parenta 
do, hauendo maritata l'Argentina ſua figliuola a Teodoro Paleologo, 
Marcheſe di Monferrato, e figliuolo d'Andronico Imperador de Greci; il 
qual parentado fù cercato dal Marchese, per hauer l'aiuto di quell'huo- 
mo potente, e dominante a molti popoli, e di più reggente lo stato di Ge¬ 
noua per ricuperare alcuni luoghi perduti del ſuò ſtato. Queſta coſa ſe 
parò i d'Ori, come adesso habbiamo detto, da Obizo , e gli congiunse co 
Guelfi. Questa medesima quest'anno separò da lui quella parte de gli Spi¬ 
noli, che hanno le case presso a San Luca; perche si sdegnauano, che te 
neſse poco conto di loro, e haueuano a male, che egli facesse stima, e ono- 
rasse solamente gli Spinoli abitanti in Lucoli. Costoro dunque trattando 
occultamente con gli Ori già da Obizo alienati, e co' Grimaldi , e Fieschi 
di rouinare Obizo, consigliarono Bernabo d'Oria, che ancor egli per non 
parer d'esserda manco d'Obizo, maritaſſe la figliuola al Marchèſe di Sa 
luzzo, la qual coſa hebbe effetto; perche quel Marchese giudicò spedien¬ 
te alle coſe sue fortificarsi con la medesima giunta della potenza de' Ge 
noueſi contro al Paleologo. Obizo preſe grande ſdegno, che'l d'Oria ha¬ 
uesse ciò fatto senza comunicarlo ſeco, pure per all'ora dissimulò il dolo¬ 
re, tutto che foſſe huomo, che ſapeſſe poco frenare gli affetti suoi; ma vn 
altra azzione de Grimaldi, e d'Oria acceſe lo ſdegno, e lira di lui, che 
l'anno seguente ottauo di quel secolo il di del Natale di Cristo nostro Si. 1308 
gnore moſtrarono paleſemente l'unione de gli animi loro con vſcire tutti 
veſtiti a vnà medeſima foggia, ò liurea, e con le veſti diuiſate de medeſi¬ 
mi colori; la qual cosa fù da Obizo presa come fatta in suo dispregio; e 
minacciante a lui aperta guerra, e preuenendo i disegni de nimici sotto 
colore, che essi cercassero di rinouare lo statò, senza che Bernabò suo col¬ 
lega gli contraſtaſse, pigliate l'arme, e moſsa la plebe, cacciò della città gli 
Ori, e Grimaldi, e' Fieschi capi della parte Guelfa: e o che non gli pares¬ 
ſe, ne anche in quel modo d'esser ben sicuro, se non rimoueua il collega, 
che gli era sospetto, ouero che non potesse soffrire d'hauer compagno nel¬ 
la signoria, l'anno seguente sfogò contra Bernabò l'ingorda brama, non 
1309 
procedendo con aperta forza, ma con aſtuzia; percioche mentre che 
amendue trattauano in consiglio delle cose del comune, Odoardo Spino¬ 
la zio d'Obizo preſe l'arme fece prigione Bernabò, e lo rinchiuſe nel pa¬ 
lagio publico, doue all'ora abitaua l'Abbate del popolo, mostrando Obi¬ 
zo a parole per fuggire il biaſimo, che Odoardo hauesse ciò fatto senza 
suo ordine , e che gli dispiacesse ; e'l di seguente si ragunò il consiglio di 
tutta la città , e deposto Bernabò dell'ufficio diede ad Obizo ſolo il Prin¬ 
cipato, e'I gouerno assoluto della città à vita. Ma i fuorusciti occuparono 
Porto Morizzo, Andora, e Albenga ricche terre;e Obizo mandò loro con¬ 
tra grossa oste dellà città, la quale tornò senz'hauer fatto alcun frutto, e in 
questo mezzo Bernabò colto il tempo quando le guardie erano a cena 
scampò di carcere, e gli Spinoli di San Luca occulti nimici d'Obizo lo 
tennero ascosto tre di nelle case loro, ed essendosi poi con l'aiutò di essi ri¬ 
tirato ſaluo a Saſſello, concorsero a lui incontanente molti cittadini della 
parte Guelfa, i quali cominciarono à trattare con lui di torre a Obizo la 
signoria
	        
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