Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

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Dell'Iſtorie di Genoua, 
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nante le discordie, non si tolse dall'impresa fin che non mise ad effetto i di 
segni suoi. Onde per autorità di lui si conchiuse la concordia, e la pace 
l'anno nouantesimo quinto di quel secolo; nel quale fù Rettore lacopo 
Calcami Milaneſe. La ſconfitta riceuuta non fù tanto bastante a rintuz¬ 
zare l'orgoglio de Viniziani, quanto ad accendere l'ira, e lo sdegno; onde 
andauano dicendo, che i Genouesi non stimassero d'hauer fatto gram pruo¬ 
ua, ſe doppo tanti danni riceuuti da Viniziani, fossero ſtati vna volta vin¬ 
citori; la qual vittoria non haueuano acquistata tanto per loro valore, 
quanto per tracotaggine del Capitano Viniziano; ma che farebbono di 
ſorte, che l'allegrezza di quel casuale auuenimento duraſse lor poco, e 
che il vano orgoglio d'huomini leggieri ſarebbe loro peſtifero; poiche 
haueuano ardimento di prender nimicizialcon vna città potente, alla 
quale di forze, e di valore non poteuano ſtare a petto in verun modo; 
perche essi erano per mettere in punto vna poderoſa armata, e venire con 
essa nella riuiera, e con le naui loro assediare la bocca del porto di Geno¬ 
ua. Perche i Viniziani ſi vantauano di queſte, e d'altre molte coſe ſimi¬ 
glianti con orgogliose parole, i Genouesi giudicando douersi ributtare la 
terocità delle parole co fatti, e col valore, cominciarono incontanente a 
mettersi ad ordine; e per vn lor meſso mandato appoſta a Viniziani gli 
ringraziarono ſpontaneamente, che si fossero posti in cuore di dar mate¬ 
ria a Genouesi di far paragone quale di quelle due nazioni auanzasse l'al¬ 
tra nella gloria della guerra, però che sollecitassero di mettersi ad ordine; 
perche essi ancora erano per vsare ogni diligenza in prouuedersi. Ma ac¬ 
cioche la ſouerchia lunghezza del cammino non foſse cagione, che la 
battaglia andaſſe troppo in lungo, che ſarebbe molto più acconcio vn 
luogo di mezzo, il quale leuaſse all'uno, e all'altro popolo la fatica del 
cammino; e cosi non parrebbe, che l'uno hauesse hauuto verun vantag¬ 
gio dall'altro. Però che essi haueuano eletto la Cicilia, la quale è quasi 
lontana di vgual diſtanza dall'una, e dall'altra città; e che le marine di 
quell'Isola erano per finire le loro contese. Ma Papa Bonifazio intesi tan¬ 
ti mouimenti, e apparecchiamenti di guerra, per non mancare del debito 
suo di metter pace tra popoli Criſtiani, chiamò a ſe gli ambasciadori, e 
Prelati dell'uno, e dell'altro popolo, e intromessigli a se si dice hauergli 
„esortati alla pace in questa maniera. Voi, o figliuoli, non siete punto in¬ 
„feriori a voſtri maggiori nel valore dell'animo nelle coſe di guerra, e 
„nell'induſtria nelle coſe nauali; ma l'uno, e l'altro di voi tralignate dalla 
„pietà, e religione loro, e dalla moderazione dell'animo, e sapienza loro; 
„percioche essi non disiderando niente dell'altrui, non si lasciando pun¬ 
„to trauuiare dal dritto, dall'ambizione, e brama del principato, volge¬ 
„uano tutti loro ſtudi a conseruare, accrescere, e ampliare la republica 
"Chriſtiana: tutto l'impeto dell'animo loro era volto contra nimici del¬ 
„la noſtra religione. Voi per lo contrario dimenticatiui del nome, e della 
„professione di Chriſtiani, riuolgete le forze, e le potenze voſtre contra 
„voi stessi, e a distruggerui l'un l'altro. Qual altro frutto finalmente cer¬ 
„cate voi trarre, o figliuoli, da coteste vostre contese, che quello, che ha¬ 
„uete colto nella guerra paſſata delle vicendeuoli ſconfitte? dando fra 
"tanto giocondo spetta colo a nostri comuni, e crudelissimi nimici, con¬ 
sumando
	        
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