Full text: Dell'istorie di Genova. Di Mons. Uberto Foglietta patrizio genovese. Tradotte per M. Francesco Serdonati cittadino fiorentino

Libro Primo. 
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gire. Come il Consolo fù fuori del paese nimico, accioche non si vedesse 
quanto le genti fossero diminuite, arriuato ne luoghi amici licenziò l'eser¬ 
cito tuttauia non potè scancellare la fama della sconfitta: percioche la 
ſelua , e'l paſſo, donde i Liguri l'haueuan cacciato , e posto in fugà fù poi 
chiamato Marzio. L'anno seguente ancora hebbero i Romani da trauaglia 
re; percioche amendue i Consoli Appio Claudio Pulcro , e M. Sempronio 
Tuditano condussero l'esercito nella Liguria. Sempronio partito di Pisa 
contra Liguri Apuani con dare il guasto al paese, e mettere à fuoco le ville, 
e le caſtella loro, apri i passi insino al fiume Magra , e al porto di Luni . 
Inimici occuparono il monte antica ſtanza de' loro maggiori, e Romani 
superata l'aſprezza de luoghi gli vinsero in battaglia, e gli cacciarono an¬ 
che quindi ; e Appio Claudio guerreggiando contra Liguri d'Albenga pa- 
reggiò con alcune felici battaglie la felicità , e la virtù del collega, e di più 
espugnò ſei lor terre , e in esse prese molte migliaia di nimici , e tronco la 
testa a quarantatre personaggi , che erano stati motori , e capi della guer- 
ra. Segue l'anno , che furon Consoli Gn. Bebio Panfilo , e L. Emilio Pao- 
lo, nel quale a' consoli non fù assegnata altra prouincia , che la Liguria; 
che quei popoli erano di cosi feroce natura , che niuna auuersità poteua do 
margli , e fare che si piegassero a stare in pace, e soggezzione. Percioche 
Q. Fabio Consolo dell'anno passato haueua scritto di Liguria, che gli 
Apuani trattauano di ribellarsi , e che era pericolo , che non corressero a 
predare nel paese di Pisa ; e per questo piacque al Senato , che si scriuesse- 
ro nuoui eserciti, e furono mandate contra Liguri quattro legioni, e in 
ciascuna di esse erano cinquemila dugento fanti, e trecento caualli, e a 
queste furono aggiunti quindicimila fanti, e ottocento caualli del nome 
Latino. Andarono adunque contra Liguri , che in quel tempo questa sola 
era prouincia consolare , amendue i Consoli , e perche combatterono qui- 
ui felicemente furono fatte processioni per vn giorno. Circa dumila Ligu¬ 
ri vennero in sino a gli vltimi confini della prouincia di Gallia, doue era 
alloggiato Marcello, pregando d'esser riceuuti in fede. Marcello com- 
mandò loro , che aspettassero nel medesimo luogo , e scrisse al Senato, ricer 
cando, che douesse fare. Il Senato commandò a M. Ogulniio Pretore, che 
riscriueſſe a Marcello , che ragion voleua , che più tosto i Consoli , nel cui 
gouerno era la prouincia, che egli ordinasse quello, che fosse spediente 
alla republica. Oltre a queſto, che non gli pia ceua , che i Liguri fossero 
riceuuti per arreſi, e poi ſpogliati dell'armi; talche il Senato giudicaua 
coſa conueneuole, che fossero mandati a' Consoli. L'anno seguente es- 
sendo Consoli P. Cornelio Cetego, e Marco Bebio Panfilo i Marsiliesi 
auuisarono, che i Liguri andauano predando, e rubbando i luoghi marit¬ 
timi; per le quali cose fù ordinato, che l'vno de duoi proueditori delle 
cose nauali andaſſe con dieci naui a difesa della marina dal capo di Miner 
ua fino a Marſilia. Ma L. Emilio Paolo Consolo dell'anno paſſato, essen¬ 
dogli prolungato il gouerno, nel principio della primauera menò l'eserci¬ 
to tra Liguri d'Albenga. Subito che egli s'attendò dentro a confini de' ni¬ 
mici vennero a lui ambasciadori sotto ſpezie di chiedere la pace a ſpiare 
le cose dell'esercitò ; e perche Paolo disse , che non era per trattare di pace, 
ſe non ſi rendeuano liberamente, essi non tanto ricusauano ciò fare, quan¬
	        
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