Libro Quinto.
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paruero in alto mare, che andauano la. 2 Onde Corrado ſcopertele laſciò
ventidue galee alla boccai ldel porto, ed esso andò in fretta con trentadue
galee contra legni nimici, i quali veduti da lungi l'armata Genouese, che
veniua contra di loro, voltando subito addietro si posero in aperta fuga, e
Genouesi le feguitarono. Ma i nimici per beneficio d'un fresco vento, che
per ventura si leuò a lor fauore, scamparono delle mani de' Genouesi, che
quattro sole galee rimasero prese, e l'altre vndici diedero a trauerso in ter
ra con gran perdita d'huomini, e dirobbe loro. Ma l'armata Genouese,
che haueua bisogno d'acqua, ed era troppo carica per lo numero de' pri¬
gioni; sforzata per all'ora laſciare Laſſedio s'inuiò verſo la foce d'Arno,
con difegno, come si fosse fornita d'aequa, e mandati prigioni à Genoua,
di ritornare più ſpedita incontanente: a continouare l'assedio del porto
Feleſi: ma su la ſera ſi leuò vn gagliardo vento di Silocco, si che sforzan¬
dosi in vano di spuntare fù ributtatanel porto di Luni, doue non allentan
do punto il vento dimorò quattro giorni, e fra tanto l'armata Pisana heb
be tempo d'uſcir fubri del porto Felesi; e senza alcuno impedimento ri¬
trarsi dentro al porto Pisano serrato con vna forte, e groſſa catena di fer¬
ro. La onde Corrado ciò inteso, e conoscendo non v'esser più veruna ca-
gione, poi che il nimico fuggiua la battaglia, e s'era ritirato in luogo sicu¬
ro, che consumasse il tempo con vane speranze, se ne ritornò à Genoua, e
consegnò al comune cinquecento nouanta prigioni Pisani. Iferoci animi
dell'unal, e dell'altra nobilę nazione erano si fattamente accesi da perpe¬
tui, e infaziabili odi, e stimolati dall'ardore delle continoue battaglie, che
non si straccauano della guerra, e niuna sconfitta gli distoglieua dal iripi¬
glia redinuouò l'arme tante volte convaria fortuna adoperate, e posate;
percioche l'unò, e l'altro popolo non era più stimolato dalle vicendeuoli
ingiurie, e dalla cupidigia di quelle cose, che sono vfate spignere gli huo¬
mini all'arme, che dallemulazione dell'antico onore: Adunque i Pifani,
come quelli, chè erano di natura inquieti, non punto indeboliti perlei fa¬
tiche di quellanno, prima che quella state passasse, armarono sessanta
quattro galee, delle quali fù Capitano Rosso Buzzaccarino della nobil
famiglia de Sismondi, e come huomini superbile d'altiera natura, parlan¬
do conndispregio de Genouesi, si vantauano di douer con quellaamata
non sola mente sedrrere per turta la riuiera di Genoua, e fare ogni sorte
didannioma d'assediare ancora la bocoudel porto di Genoua, e onta
de Genbuesi traoro dentro la città palle fasciate di scarlatto; dunque par¬
tendoli diriz zarono il cammino verso la iluieras ed entrati nel porto di
Luni cominciarono à dare il guastoa la terra di Porto Venere, ę al paese,
chegli òdiintornolua ributtati da quei della terra, che saltaron fuori con
graude aidimentb, furono rispinti adle naui, e in quella ritirata perderono
ciroa trecentò persone? Ma i Genouesi monssi dall'ardire pè dalForgoglio
de nimici tante vonltelvinti, e accesi d'ira» e di disdegno diuentarono cosi
fierigei disiderosi di combattere, cheifacendo ogni loro sforzo, e lanoran¬
do di continouogiomo, e notte nello ſpazio di tre giorni armarono fet
tantaegalee, elbfomirond di tutti gliarmamenti, e apparecchiâmenti ne¬
cessari lalla guermse Vberto d'Oria l'uno de Capitani prese arguidare
quest armatai, e partito incontanente del portos'indirizzo contra Pisani,
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i quali
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