Full text: Guida artistica per la città di genova (2,1 + 2,2)

QUINTA 
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di togati, di donne magnanime sotto le statue 
colossali che in lunga e continua fila si succe¬ 
dono sulle pareti, e riconoscervi altrettanti be¬ 
nefattori di que’ miseri che veggiamo distesi sul 
letto de’ proprii dolori. Nè, come accade altrove. 
son queste imagini mute, o freddi simboli di 
glorie trascorse ; poichè vivono i loro esempi, 
anzi rigermoglian più vivi a’ nostri giorni nel 
cuore de’ personaggi magnanimi a quali è affi- 
data la direzione dello Spedale. Lunga istoria 
di fatti generosi han però questi luoghi, di tali 
fatti che la mia penna non basterebbe a descri¬ 
verli, nè la strettezza delle pagine a contenerli. 
Bastino per saggio gli uffizi eroici di carità che 
vi rifulsero nel terribile contagio del 1656, de¬ 
scritti diffusamente da Filippo Casoni in sepa¬ 
rato opuscolo, e dal P. Antero ne’ suoi Lazza- 
retti di Genova, ma che in queste linee non 
troveranno più che un rapido cenno. I nostri 
annali ricordano con nobile orgoglio, come i 
più nobili esempi uscissero dai capi dell’auto¬ 
rità civile ed ecclesiastica, dal doge Giulio Sauli, 
e dal cardinale arcivescovo Stefano Durazzo, am- 
bo risparmiati dal morbo, quasichè la divina mi¬ 
sericordia si degnasse di lasciar quel compenso 
alle pubbliche calamità. E ricordano le pietose 
cure ministrate in questo spedale da tre patrizi. 
Marcantonio Sauli, Agostino Grimaldi, e G. B.
	        
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