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QUINTA
lori, la maestria del pennello, il bell’accordo
delle parti, son doti da farlo brillare in qual¬
siasi raccolta. L’altro è di Marcantonio Fran¬
ceschini, e tra per la somma conservatezza che
ha l’opera, e tra per le sublimi doti che vi si
scoprono è di tal merito , ch’io inviterò il dotto
a rispondermi, se ugual cosa vedemmo noi di
questo bolognese, o se l’eguale possiamo atten-
derci per l’avvenire. E una di quelle felici ispi¬
razioni, non frequenti eziandio ad artista di
gran genio; e tal vi parrà se dal primo effetto
che rapisce lo sguardo, scenderete all'esame
d’ogni sua parte colla freddezza del critico. Di¬
rete che tanta armonia regna in quelle linee
quanta averne possa un compositore sagace,
tanta dolcezza ne’ volti quanta ne posson sug¬
gerire gli esempi di Guido; e in mezzo a tai
doti torneravvi meravigliosa la finezza, il can-
dore, la diligenza del colorista.
Traversata un' Antisala, ov’ è il busto della
marchesa Teresa Raggi Pallavicini scolpito in
marmo dal Bogliani piemontese, ed un ritratto
sullo stile del Wandik tra i quattro locati sopra
le porte, e alcuni putti in marmo di Daniello
Solaro, entriamo alla Sala di Conversazione, alla
quale, oltre i ricchissimi fregi dorati che brillan
sul volto, fan degno ornamento le tavole che
seguono: Due vastissime del Castiglione, e delle