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QUINTA
l’arco interno del presbiterio, figura tutta mae
stà e compostezza, sicchè paiono adontarsene
molte altre ove quel po' d’ostentazione michel¬
angelesca predomina. Da questo numero mi pia¬
ce eccettuare specialmente il gruppo della Pietà
collocato in fronte al coro, poichè il nudo del
Redentore non potrebbe desiderarsi più vero
o carnoso o di più schietto abbandono, e la ima¬
gine di Nostra Donna che il regge in grembo
è panneggiata con larghi e veri e spontanei
partiti, oltre un sentimento di materno dolore
che ha grandissimo, benchè all’ uso della sua
scuola, con più evidenza che dignità. Ed egli
stesso dovette compiacersi di questa fattura,
quando vi sottoscrisse Joannes Angelus florenti¬
nus; come l’aver già posto in lapide il proprio
nome non gli bastasse. Oltre due angeloni in
bassorilievo sull’alto del catino che reggono una
face, fan corteggio al gruppo in quattro nic¬
chie le statue de' santi Battista ed Andrea, e
di David e Geremia profeti, di carattere men
grande, se non erra il mio giudizio, tranne l’ul¬
tima che mi ritrae vivamente e col gesto, e
cogli occhi gonfi di lagrime, e fin col manto
che gli scende dal capo alle piante il profondo
dolore del profeta di Giuda. Ne’ prospetti di
fianco scolpi gli Evangelisti in bassorilievo, e
in mezzo ad essi due urne nelle quali furon