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QUINTA
fuga le falangi d’Asdrubale, che inventa nuove
armi per espugnare Cartagine, che restituisce
all’amante la schiava fidanzata. Nella principale
medaglia è Scipione che restituisce a Massinissa
un nipote prigioniero, e regala costui di ricche
vesti e di nobile palafreno; cosi dice lo scritto:
Massinissae nepotem equo ac veste donatum pa¬
truo sponte remittit. Veduti gli affreschi, diamo
un rapido sguardo alle seguenti tavole: — Tre
Virtù soprapporta di Dom. Piola — S. Giacomo
che abbatte i mori di G. B. Carlone, quadro
contraffatto in parte da ritocchi — Bello e con¬
servato è un altro dello stesso pittore colla cro¬
cifissione di Gesù — La coronazione di spine
è opera studiata di Gioachino Assereto, e di
quel chiaroscuro risentito che il fa parere lo
Spagnoletto della scuola genovese — Sotto que-
sta è un Crocifisso colorito dal Castiglione sullo
stile del Wandik — Più in là un ritratto di
Benvenuto Garofolo, e una Maddalena d’autore
incerto, e una tavola con N. D. e i santi Lo¬
renzo e Rocco attribuita al Luino. A tutti que¬
sti vorremo anteporre il Gesù che sale al Cal¬
vario, quadro del Tintoretto che ferma e gua¬
dagna l’osservatore colla copia e la risolutezza
di questo veneziano. Nondimeno un altro del
Rubens con tre mezze figure di Sileno, d’ un
fauno e d’una baccante, è quasi il protagonista