QUINTA
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angoli di questo soffitto, ove l’opera del Cam¬
biaso è si nitida, che a giudicarla dalla fre¬
schezza si direbbe di pochi anni. E fu gran be¬
nefizio della sorte, poichè ogni picciol danno
basterebbe ad offenderla, tanto usci leggera per
non dir languida dalla mano del pittore. Si gra¬
disce nondimeno, e più si gradirebbe se coloristi
insigni non le facessero guerra co’ quadri ad
olio, de’ quali dò nota. — S’ abbia il principato
una tela colla sacra Famiglia di Paris Bordone
di cui non trovai la migliore in Genova, quadro
stupendo per la grandiosità delle figure, pel co¬
lorito succoso, magico, armoniosissimo. E tale
che paiono averne scorno parecchi altri della
scuola veneziana, come una Maddalena nel de-
serto, ed un fatto mitologico di Paolo da Ve¬
rona, e per terzo un Presepio del Bassano. Tre
se ne contano della bolognese, cioè mezza figura
d’un apostolo, una santa Caterina sopra la por¬
ta, e una storia di Giacobbe del Guercino da Cen¬
to, che primeggia senza rivale in tal numero. Un
quadro colla fucina di Vulcano al disopra del¬
l’ingresso d’imitazione Rubensesca, e un S. Fran¬
cesco di scuola del Wandik son cose di miner
conto, non però indegne del posto.
Trascorro la stanza che segue, benchè adorna
di quattro ritratti della famiglia, tra’ quali il
principe Gio. Andrea Doria col prediletto suo