GIORNATA
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e d’altri palazzi? In qual tempo furon lenti i
patrizi nell' invitare gli artisti ad arricchir co
pennelli i loro splendidi soggiorni? A partire
dal rinascimento dell' arte fino al cessare del
secolo XvII, i palazzi di Genova non son forse
una storia della nostra pittura esposta co’ mo-
numenti? Tutti adunque son degni di visitarsi a
chiunque vuol conoscere compiutamente la ligure
scuola, e degni di accennarsi allo straniero per
conferma d’una verità non abbastanza creduta
che cioè non fu popolo che al pari di questo
nutrisse buoni affrescanti, e ne esercitasse l'in¬
gegno in opere di gran mole.
Dai Brignole furono prescelti i due Defferrari,
Gregorio e Lorenzo, de’ quali verrò notando a
suo luogo le medaglie, non curandomi di di¬
stinguere l’opera del padre da quella del figlio,
dacchè costui lavorò sul paterno stile e quasi
in aiuto di lui ; per gli ornamenti si ricorse al
bolognese Antonio Haffner. In due salotti a si-
nistra della sala vedesi la Dea de' fiori in atto
di spargerne un nembo sulla terra annunziando
la primavera, e la favola di Prometeo che dâ
vita alla statua. La prima di queste fa poco
onore alla stanza, essendo stata ritocca in gran
parte ; ma provvede al decoro del luogo un’ e¬
letta di quadri ch’ io riduco in catalogo. — Di
scuola genovese v’ ha un quadretto, entrovi la