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ed energia di quella scuola. Sullo scorcio del
passato secolo s’accrebbero ornamenti al batti¬
stero. Cón più decoro al luogo che ragiónevo¬
lezza storica o artistica vi si composero a’ fian¬
chi fogliami ed alberi gremiti di poma, sovra i
quali in alto la figura dell' eterno Padre in bas¬
sorilievo fa compimento al mistero. A queste ag¬
giunte diede opera Andrea Casaregi, con uno
stile che non mi par licenzioso abbastanza per
credere ch'ei volesse uniformarsi a quello del
Parodi, nè abbastanza castigato per riputarlo
un ammenda al barocco di lui.
Vorremmo, per conclusione, svelar l'autore
del grandioso Cenacolo che sovrasta alla porta
principale ; ma nol possiamo con certezza, nè
ci dorremo che il creda ignoto chi più dubita
o meno intende. A’ conoscitori sarà grato ûssarvi
l'occhio e spiarne la scuola. Non mi par dub¬
bio doversi ripetere dal Lomi, benchè il chia¬
roscuro vi sia meno ardito, il pennello più di¬
ligente, e più curati i dintorni, come usò di¬
pingere quel Simon Balli da Firenze che gli fu
discepolo, e in Genoya esercitó fino alla morte,
con più o meno rassomiglianza, il suo stile. Ora
noi leggiamo nella Guida del Ratti, che il Balli
aveva un cenacolo nell oratorio di sant' Andrea
delle Fucine, soppresso al pari d’ogni altro,
nè riaperto per correr d'anni. Ove è dunque la