Full text: Guida artistica per la città di genova (2,1 + 2,2)

QUINTA 
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maniera men corretta, ma certo più libera e 
gaia, cioè le Virtù teologali sovrapposte al fron¬ 
tispizio dell' altare, e i due angeloni che soyra 
l'arco esterno della cappella fan corteggio al 
sacro stemma di Maria. Nè la cappella andò pri¬ 
va d’affreschi. Domenico Piola figurò nell’ abside 
l'Immacolata con begli aggiunti simbolici, e nel 
vôlto un trionfo d' angioletti ; ne lati profeti e 
sibille. La prima di queste opere abbisognò di 
un restauro, malo annunzio per gli affreschi, e 
ristorata a’ nostri giorni perdette sui primi colpi 
quel merito ch' è più difficile a conservare, dico 
la trasparenza. Più quadri di G. B. Paggi de¬ 
coravano le pareti quando la cappella fu co¬ 
strutta, dipinti a chiaroscuro con istorie del vec¬ 
chio testamento, e vi stettero fin verso il 1820, 
quando i moderatori della chiesa fecero pensiero 
di sostituirvene altri di metodo ed argomento 
diversi. Il lavoro fu distribuito a tre genovesi 
Santo Tagliafico, Felice Vinelli e Giuseppe Pas- 
sano. Quest’ ultimo v’ebbe la maggior parte ; 
poichè oltre alle tele quadrate e semicircolari 
poste sul fregio, che alludono alle virtù di Ma¬ 
ria con putti scherzanti fra i simboli della rosa, 
della palma, dell' ulivo e del giglio, fece una 
delle quattro che nella parte inferiore celano le 
reliquie solite a scoprirsi nelle solennità. V es¬ 
presse la visita a santa Elisabetta, nè stimo
	        
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